DI SEGUITO IL PROGRAMMA DEL RIACE IN FESTIVAL DEL 28 GIUGNO
ore 11:00 – Mediateca
Incontro con l’Associazione Rete del Caffè Sospeso
A Napoli c’era in passato un’usanza molto curiosa, quella del “Caffè Sospeso”: chi era meno abbiente poteva trovare al bar un caffè in omaggio pagato da un precedente avventore, che lo lasciava in ‘sospeso’ per persone meno fortunate che non potevano permetterselo. La Rete è nata ispirandosi a questa antica tradizione popolare di solidarietà per riproporla in chiave moderna, in un’epoca in cui i tagli alla cultura voluti dai Governi del nuovo millennio hanno privato il Bel Paese non solo del welfare, ma anche delle sue grandi tradizioni di incontro e confronto popolare. Una Rete costituita per unire le forze attraverso lo scambio di idee, progetti e prodotti culturali che consentano di sopravvivere, o addirittura crescere, in questi difficili tempi di crisi… Un’unione che si ispira alla sobrietà affinché non ci si dimentichi che si può cambiare il modo di sentirsi vicini agli altri e vivere meglio il nostro tempo anche offrendo un semplice caffè. La rete è composta da composta da Riaceinfestival, Lampedusainfestival, Valsusa Filmfest, Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, Marina Café Noir di Cagliari, S/paesati di Trieste, Filmfestival sul Paesaggio di Polizzi Generosa, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e Rete dei Comuni Solidali. In www.retedelcaffesospeso.com è possibile trovare maggiori informazioni, curiosità e consultare la lista di associazioni, festival e locali che hanno fino ad ora aderito alla Rete.
ore 17:00 – Mediateca
“Rifiut(at)i” – Storie e immagini dai campi ROM alla periferia di Napoli, dove esseri umani rifiutati e rifiuti tossici umani vivono da anni una storia comune. Testimonianze a cura del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, con Maria di Pietro (fotografa), e Maurizio del Bufalo.
La situazione dei Rom di Giugliano in Campania è una delle più disastrose realtà sociali presenti in Europa. Le prime famiglie giunsero sul territorio nei primi anni Ottanta, ma, col peggiorare della crisi nell’ex Yugoslavia e l’inizio della guerra in Bosnia, la loro presenza sul territorio aumentò notevolmente e la zona agricola dove si erano stabiliti, convertita ad area industriale dall’amministrazione cittadina, divenne il terreno sul quale trovarono spazio tutte le contraddizioni che riguardano i rom e le carenze delle istituzioni.
A seguito di una indagine della Magistratura venne scoperto che il sottosuolo di una parte dell’accampamento era pericoloso per la salute pubblica, poiché alcune vecchie cave erano state riempite con rifiuti tossici. Dall’aprile del 2011 cominciò il calvario della comunità Rom di Giugliano che ancora oggi prosegue nel silenzio più clamoroso.
Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, in collaborazione con il Forum Campania ROM, presenta, il 28 giugno al Festival di Riace 2013, una breve riflessione sui “Rifiutati – gli abitanti dei rifiuti”, corredata dalle foto di Maria di Pietro sull’inferno di Giugliano, invitando tutti a discutere su un caso paradossale, ma non nuovo.
– a seguire, Convegno “Rifiuti: il grande business”, organizzato in collaborazione con l’Associazione Comuni Virtuosi e il comune di Botricello (CZ). Partecipano Gianni Cavallini – Assessore comune di Carmagnola (TO), Nuccio Barillà di Legambiente Reggio Calabria, Ezio Orzes – Assessore comune di Ponte nelle Alpi (BL) e Salvatore Procopio – Assessore comune di Botricello. Coordina Odilia Negro della Rete dei Comuni Solidali.
Si cercherà di afre una relazione dettagliata del grande business che le organizzazioni della malavita organizzata fanno sui rifiuti, sul loro illecito smaltimento, ecc..
ore 21:00 – Mediateca
– Reading Concerto “Fabrizio De Andrè – 1981.L’indiano e la Sardegna. Un viaggio lungo un disco, un disco lungo un viaggio” con Giacomo Casti e Matteo Sau
Scrittura scenica, adattamento dei testi e letture teatrali di Giacomo Casti; Musiche composte ed eseguite dal vivo da Matteo Sau. Canzoni di Fabrizio De Andrè
“Cosa c’è da aggiungere alla lunghissima lista di omaggi, tributi e operazioni-ricordo dedicate negli ultimi anni alla memoria e all’arte di Fabrizio De Andrè? Probabilmente nulla, se non suggerire a tutti di continuare ad ascoltarne i dischi e constatare quanto amore per la vita e la libertà l’autore abbia disseminato nel corso della sua, di vita. Succede però che sia proprio De Andrè ad aggiungere qualcosa, ad arricchire ancora chi lo ascolta, anche chi già lo conosce bene, e ad interagire di nuovo – per via della sua eccezionale sensibilità – con i percorsi creativi di quanti come noi ne hanno acquisito, ci si passi il termine, la “lezione” tempo fa e non pensavano di risentirla echeggiare così, improvvisa e vigorosa, impegnati in tutt’altro. Ci è successo di recente, lavorando su un articolato progetto che riguarda la nostra Sardegna: un progetto di natura “storica”, che riflette in particolare su un decennio che riteniamo importante, cruciale, gli anni Ottanta; è successo che a un certo punto Fabrizio si sia seduto con noi, accanto a noi, e abbia iniziato a parlarci: di politica, di libertà, di banditi, di donne, di matriarcato.. E ci ha così ricordato che lui, in Sardegna, non solo aveva deciso di viverci, ma aveva deciso di rimanerci dopo una delle peggiori esperienze che possano capitare a un uomo.. E’ stato allora che abbiamo capito che De Andrè, e un suo disco in particolare, potevano diventare per noi una possibile mappa, il crocevia ideale tra musica e parole (che poi è il nostro campo da gioco preferito) per continuare a parlare di Sardegna attraverso le storie, la musica e le canzoni. Ecco di cosa parla “Fabrizio 1981”. Di Sardegna, di indiani, di libertà e di canzoni. Volevamo anche fare un omaggio a De Andrè, già che c’eravamo, ma ci siamo accorti che l’omaggio l’aveva fatto di nuovo lui, a noi. L’ennesimo.
Giacomo Casti è nato, vive e lavora in Sardegna. Laureato in Lettere con indirizzo antropologico, si occupa di letteratura, teatro (regista e autore, con Antas Teatro e Prospettive Lateatrali), cinema (attore, film con G. Cabiddu, E. Pitzianti, T. Mannoni) e musica. Da anni tiene laboratori di scrittura per ragazzi e adulti. E’ stato membro del direttivo della Fondazione Giuseppe Dessì; è socio fondatore e uno dei direttori artistici dell’Associazione Chourmo, che da dieci anni organizza a Cagliari il Marina Cafè Noir-Festival di letterature applicate. Da molti anni si occupa della realizzazione di reading musicali su testi propri e di vari autori (G. Dessì, S. Atzeni, B. Larsson, C. Pavese, L. Pintor, F. Abate).
Matteo Sau è nato, vive e lavora in Sardegna. Giornalista professionista lavora presso una televisione regionale. Autore e musicista inizia la sua carriera artistica molto giovane suonando nei circoli cittadini. In campo artistico musicale fonda il gruppo dei CNQ-Cantinaqustica, portando in giro un repertorio di brani totalmente inedito. Partecipa poi a numerose iniziative culturali portando in giro per una stagione l’Opera da tre soldi di Kurt Weill, collaborando con diversi scrittori per reading musicali e partecipando a progetti di diffusione letteraria nelle scuole.
ore 22:00 – Mediateca
Proiezione opere finaliste sezione di concorso “Cortometraggi Ambiente”