di Adelina Beatrice Scorda
(foto www.dailymail.co.uk)
Che la ‘ndrangheta si sia infiltrata con forza controllando i più svariati traffici in Australia è un dato più che accertato. Quello che si sta cercando di scoprire e se in queste settimane si stia facendo strada una nuova guerra di mafia. Questa è la pista principale che le forze di polizia starebbero seguendo dopo l’agguato a Pasquale Barbaro 35 anni. Le sue origini calabresi ce le ha marchiate a fuoco nel nome che porta, lui legato alla cosca dei Barbaro di Platì è stato freddato lunedì notte “mentre usciva dalla casa di un suo associato”.
Gli assassini, secondo le testimonianze raccolte, erano due uomini incappucciati e subito fuggiti. L’ipotesi dunque, quella di una nuova possibile guerra per accaparrarsi il mercato della droga. Barbaro era in libertà su cauzione in attesa del processo che si sarebbe dovuto tenere nel mese di dicembre davanti alla Corte Distrettuale di Sydney, l’accusa per la quale rischiava ben 20 anni di galera era quella di produzione e traffico di droga.
Secondo quanto riportato dai quotidiani australiani, Pasquale Barbaro in un’intercettazione, che sarebbe stata ascoltata il giorno successivo alla sua morte in un processo per omicidio, parlava con il boss della banda libanese Brothers for Life, questo un altro tassello, una eventuale pista che la polizia australiana sta passando al setaccio.
La vittima, che un anno fa era sopravvissuto a un simile agguato, porta lo stesso nome del nonno, ucciso in una simile esecuzione nel 1990. “Il sospetto, secondo i giornalista giudiziario Keith Moor “è che sia stato ucciso per aver violato il codice di omertà, come è successo con suo nonno nel 1990”, ha detto alla radio nazionale Abc. L’omicidio potrebbe anche essere legato a qualcosa di diverso dalla guerra fra bande. “Era coinvolto in diversi reati fra cui la droga. E’ ovvio che si sia fatti dei nemici e vi sono stati tentativi di eliminarlo nel passato”, ha aggiunto.
La sua morte potrebbe essere collegata a quella del Giuseppe ‘Joseph’ Acquaro, legale di fiducia di tanti mafiosi, piccoli e grossi della “Terra dei canguri” ammazzato a colpi di pistola, il15 marzo di quest’anno a Melbourne.
L’avvocato e imprenditore, oltre ad essere stato presidente della Camera di Commercio italiana, era nel comitato del Reggio Calabria Club, ma la sua fama era dovuta soprattutto alla sua disponibilità ad aiutare connazionali a risolvere problemi di famiglia e di affari.
Negli anni ha, infatti difeso narcotrafficanti del calibro di Pasquale Barbaro che insieme a Frank Modafferi sta scontando una lunga condanna in carcere per vari reati. Fra le accuse di cui è stato giudicato colpevole, la più grande importazione di ecstasy intercettata al mondo, 4,4 tonnellate nascoste in barattoli di pomodori pelati provenienti dal porto di Napoli.