di Redazione
LOCRI- Carenza di aule: è questo il motivo della protesta di questa mattina, degli studenti del Liceo Giuseppe Mazzini di Locri.
Una problematica che a tre mesi dal nuovo anno scolastico, ancora persiste, e non trova soluzione.
Così gli studenti stanchi di promesse disattese, a gran voce hanno chiesto agli enti preposti di intervenire, stanchi di rivendicare ciò che dovrebbe esser loro garantito.
Un concetto che è stato perfettamente espresso dal rappresentante d’istituto, Piergiorgio Romeo, nel suo discorso di apertura.
<<Oggi sono qui-ha esordito- a nome di tutta la popolazione studentesca, per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica e le istituzioni competenti sul problema della carenza di aule del nostro istituto, nonchè sulla necessità di dare una sterzata a questa situazione di attesa che si protrae già da troppo tempo a danno del regolare svolgimento delle lezioni, e, di conseguenza, a danno di chi vive all’interno della scuola>>.
Dopo aver ringraziato tutti i presenti, dalle testate giornalistiche, al sindaco Calabrese, al suo vice Sainato e all’assessore al ramo Sofia “costantemente attenta e solidale alle problematiche giovanili” e naturalmente a tutti gli studenti e ai rispettivi genitori, Romeo ha ripercorso l’evoluzione della natura del problema, “diventato esigenza in poco più di un anno”.
<<Nell’anno scolastico 2015/2016-ha continuato -il liceo Mazzini raggiunse un record di iscrizioni al primo anno di ben 212 ragazzi. Fu una grande soddisfazione per tutti noi e motivo di orgoglio da parte nostra, sinonimo di un lavoro accurato e di inestimabile fiducia da parte di genitori e studenti nei confronti del Liceo. Ma, mentre si delineava la possibilità di creare delle nuove classi, affiorava sempre di più la consapevolezza di non poter accogliere in modo adeguato i nuovi arrivati. Dove sarebbero stati inseriti 200 ragazzi in più? In quali aule? Fin da subito la scuola si mobilitò per sopperire a questa necessità inviando richieste di aule a chi di dovere. Ma le risposte risultarono ben poche, se non insignificanti>>.
<<Ad oggi-ha sottolineato Romeo-nessuna evoluzione significativa. Ecco perchè ci sembra opportuno ricordare alle istituzioni che NOI STIAMO ASPETTANDO UNA RISPOSTA ADEGUATA. E, nonostante il nostro caro preside Sacco, ci abbia più volte invitati a temporeggiare confidando nelle istituzioni, noi riteniamo che oggi, a tre mesi circa dall’inizio della scuola, sia necessario intervenire. Non a caso abbiamo scelto il sabato per organizzare questo dibattito. Il sabato è il giorno in cui la nostra scuola non svolge alcuna attività didattica, e noi siamo qui, TUTTI UNITI a dimostrazione che non manifestiamo con l’intento di saltare una giornata di scuola, ma abbiamo un’evidente esigenza di sistemarci in una situazione di decenza e sicurezza. L’urlo unanime di noi studenti è sempre più forte e deciso contro una società che sempre più parla dei giovani, per i giovani ma, ahimè, senza ascoltare la loro voce. BASTA! BASTA! BASTA! Siamo stanchi di dover lottare per qualcosa che dovrebbe esserci garantito. SIAMO STANCHI di false promesse. VOGLIAMO, ANZI PRETENDIAMO PIU’ FATTI E MENO PAROLE>>.
<<A chi di competenza-ha ribadito infine il rappresentante d’istituto-spero arrivi oggi la nostra voce, che è la voce di ogni singolo studente, delle loro famiglie, del corpo docente. Speriamo solo di non dover continuare a protestare fino ad arrivare ad uno sciopero ad oltranza che, penalizzerà la vita studentesca nella sua globalità>>.