di Gianluca Albanese
SIDERNO – A volte ritornano. Mani scellerate e – ahinoi – ancora impunite hanno agito nottetempo con la vigliaccheria di sempre, cercando di fare passare un messaggio molto chiaro a chi s’impegna in politica: «Attenti a quello che fate».
Almeno, questa è la prima chiave di lettura dopo l’attentato intimidatorio a Mariateresa Fragomeni, che appare molto simile a quello subito quasi due anni fa dall’allora candidato sindaco in pectore Pierdomenico Mammì e, qualche mese fa, dall’assessore al Lavoro della Regione Calabria Federica Roccisano.
Giusto per rimanere a Siderno, comune che – lo ricordiamo – è stato commissariato per tre anni, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
Oggi, come in occasione delle precedenti intimidazioni, le “animelle nere” non si fanno scrupoli: colpirono uno stimato professionista che agisce nel delicato campo della prevenzione medica, una giovane amministratrice regionale e oggi se la prendono con una stimata commercialista mamma da pochi mesi, che nel corso della sua carriera politica ultradecennale ha sempre dimostrato di sapere fare le proprie scelte, alcune anche scomode, guidando ininterrottamente il circolo del Pd fin dalla sua creazione.
Ecco, serve una reazione forte che vada oltre la messe di comunicati stampa che stanno giungendo in queste ore nelle redazioni, da parte di soggetti istituzionali e politici.Serve fare quadrato davvero, perché la battaglia non è tra le parti di un consiglio comunale, ma tra lo Stato ( e suoi avamposti, come l’istruzione comunale) e l’antistato, quello della delinquenza potente e organizzata, così come quello delle “animelle nere” capaci di fare dispetti che minano la sensibilità non solo di chi li subisce ma anche di chi ha a cuore le sorti della propria comunità.
Lunedì pomeriggio arriverà a Siderno il ministro Marianna Madia. Troverà – nostro malgrado – una comunità scossa dall’ennesimo vile attentato alla propria serenità. Facciamole vedere quanto siamo bravi a reagire.