di Gianluca Albanese
CAULONIA – Dunque, il coordinamento dei circolo locridei c’è. Ce la faranno i nostri eroi – pardon, i dirigenti e i militanti del partito della Locride – a trasformarlo in un organismo operativo, unitario, rappresentativo di tutte le anime del partito nel nostro comprensorio e non come un piccolo centro di potere in cui le nomine (quelle da fare, come il portavoce e il rappresentante dei giovani) non siano fatte con i soliti criteri da manuale Cencelli ma contribuiscano concretamente a elevare il ruolo di questo partito nel territorio, magari sfruttando l’autorevole sponda di Marco Minniti a palazzo Chigi? La sfida è aperta.
E le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri sono state chiare. Anzi, adamantine. Certo, le premesse della vigilia non erano delle più incoraggianti. Prima dell’arrivo di Minniti, infatti, nello spazio antistante la bella struttura di Caulonia Marina, i capannelli di persone erano l’esatta fotografia delle divisioni che fino a oggi hanno attanagliato il partito di Epifani. Renziani da una parte, (ex?) bersaniani dall’altra. A studiarsi da lontano senza nemmeno annusarsi. Poi, in sala, complice la grande partecipazione che ha reso insufficiente il pur cospicuo numero di posti a sedere, gli schieramenti si sono confusi in un unico grande corpo che ora, inevitabilmente, si dovrà dotare di un’anima. Prima di iniziare Demetrio Naccari legge il “Corriere della Calabria”, un settimanale che in qualche occasione non è stato proprio tenero con lui e con i suoi referenti sul territorio locrideo. Sembra la “sera dei miracoli”, per dirla col compianto Lucio Dalla. Ma la fase di studio dura per più di un’ora del lungo e partecipato dibattito. I fratelli-coltelli fanno di tutto per non dare prova di litigiosità al cospetto di Marco Minniti e tutte le provocazioni cadono nel vuoto. I macigni nello stagno di Mammoliti, Canturi ed Errigo lasciano lo spazio all’acqua cheta che diventa calma piatta dopo pochi minuti. Tutti badano a non farsi del male, ma la sfida comincia proprio oggi. Far sì che il coordinamento non diventi una mera somma aritmetica di realtà non solo plurali ma profondamente diverse tra loro ma un soggetto compatto e unitario capace di trasmettere le istanze del territorio nei palazzi che contano? La sfida è tutta qui. E dai nomi di quelli che saranno il portavoce, il rappresentante dei giovani e la sede del coordinamento si comincerà a capire davvero qualcosa in più. Toccherà al coordinamento locrideo dei circoli far sì che i severi moniti lanciati in tempi non sospetti da Nanni Moretti non trasformino la sua barba rossiccia e curata in quella ispida e sale e pepe di un grillismo che potrebbe sempre rappresentare la via di fuga dei delusi di un Pd al quale, come ha opportunamente detto Katy Belcastro «La gente non è più disposta a firmare cambiali in bianco».