R & P
Un giro tranquillo, dal buon chilometraggio, ma senza nessuna difficoltà e dal dislivello minimo con nessuno strappo in salita. Particolarmente consigliabile a chi cammina con buon ritmo e ama le lunghe distanze. Si parte dal rifugio Melia, si arriva alla baita di Bragatorto per raggiungere poi il rifugio della casa Forestale di Antonimina e,i nfine, attraversati i Piani di Crocco lambendo il laghetto visitare il Rifugio dello Zomaro: Ostello della Gioventù, Centro Visite. Praticamente si percorreranno le tracce che son battute da fungaioli e dagli animali al pascolo.
Raduno ore: 9.00
Partenza escursione ore: 9.30
Come arrivare: Dall’autostrada uscita Gioia Tauro, quindi direzione Cittanova, si risale la montagna direzione Zomaro. Dalla Jonica, invece, sempre direzione Zomaro o Cittanova e attraverso Gerace (o Canolo o la Dorsale Aspromontana a secondo della provenienza) si raggiunge il Passo del Mercante, luogo del primo incontro. Da qui si prosegue in macchina ancora per qualche minuto fino al luogo di partenza, dove gli autisti dei mezzi lasceranno i passeggeri per portare le auto al Villaggio Zomaro, dove si chiuderà l’escursione. L’Associazione curerà questo aspetto.
I Rifugi e Bivacchi dello Zomaro
Descrizione del sentiero: L’escursione si sviluppa lungo la Dorsale dell’Aspromonte seguendo il crinale che dall’alto unisce i due assi di collegamento che dalla jonica convergono al valico del Passo del Mercante nel territorio di Cittanova, uno risale da
Gerace e l’altro si dirama da S. Nicola di Antonimina attraverso Monte Cola.
Erano queste le delimitazioni fisiche dell’antica città di Locri (Chora) che attraverso l’asse del Passo del Mercante si collegava alle colonie Locresi sul Tirreno: Medma, Metauros e Hipponion. Questo grande ed esteso ambito territoriale è stato nel passato culla di civiltà e di cultura, ancora prima che arrivassero i romani. Chi volesse acquisire maggiore consapevolezza di tutto ciò può sbizzarrirsi andando a ricercare e visitare ( in altra occasione) quello che noi avremo modo di vedere, oggi, solo dall’alto.
Per raggiungere il rifugio Melia, il primo del nostro cammino, partiremo da un suggestivo canyon che si trova a poca distanza e tra una lussureggiante faggeta presto raggiungeremo la verde radura dove è posto il rifugio. Il paesaggio cambierà il suo volto offrendo un meraviglioso affaccio sulle gole della Fiumara di S. Paolo e lambendo il crinale del vallone Melia, (dal greco luogo di Frassini, l’albero della Manna descritto nella Bibbia) si raggiungerà la sorgente “da Rina”che sgorga dalle viscere di un banco di sabbia posto sulla sua sommità.
La prossima meta sarà Pietra Liso una grande formazione granitica che domina questa collina da cui origina il Vallone Bufurtà (dal greco area di Viburni).
Un lungo viale tra maestose conifere ci condurrà alla baita di Bragatorto (da questo promontorio l’acqua sapientemente convogliata, da opere realizzate dagli antichi, defluisce verso l’acquedotto di Locri-Antonimina), dove potremo anche visitare i resti oramai sotterrati dell’antica fortificazione. Si prosegue nella direzione di Monte Cola e lungo la sterrata incontreremo le mura delle antiche Terme di origine romana, i locali li chiamano “i mureda di Vagni”.
Secondo alcuni studiosi la falda di acqua sulfurea che li alimentava si sarebbe notevolmente abbassata e sgorga, oggi, poco dopo il borgo di Antonimina, dove si trovano le attuali Terme; altri sostengono, invece, che abbia origine nel sottosuolo di Monte Tronato. Da qui, per raggiungere la cresta del monte che domina l’intera area jonica, dalla Rupe di Gerace a Monte Tre Pizzi, si segue la pista che si snoda sul ciglio della fiumara Grottelle, il luogo è veramente suggestivo e vale la pena arrivarci.
Si riprende rifacendo per un brevissimo tratto il percorso a ritroso e seguendo, poi, la traccia a sinistra che risale tra faggi monumentali ai Piani dello Stempato, dove subito a sinistra, la pista sarà segnata dal confine con l’area recintata. Un breve tratto ci condurrà agli altri rifugi del territorio di Antonimina che si affacciano sulla Timpa della Donna, luogo sacro nell’antichità, dove giù a valle ricadeva il tempio della dea Persefone, la cui statua, trafugata e venduta da un antiquario francese ai tedeschi durante l’ultima guerra, si conserva al museo di Berlino.
Poco più avanti al Piano dei Corvi, in un ambiente incontaminato si erge un’imponente impianto di telecomunicazioni, segno incontrastato del progresso tecnologico, s’incrocia la strada di Dorsale (antica via Consolare), prenderemo, quindi, la mulattiera a destra verso il Laghetto dei Piani di Crocco.
Il luogo fortemente suggestivo è meta di numerosi turisti che vengono a ritrarre il lago nei vari momenti della giornata, Crocco, prende il nome dal Crocus longiflorus che fiorisce da ottobre a dicembre colorando intensamente queste radure, fiore dal quale si estrae lo zafferano. L’interesse dei visitatori è anche appagato dalla necessità di approvvigionarsi di fresche e pure acque, sicuramente la sorgiva dell’Acqua Bianca, che incontreremo nel nostro percorso, è quella più ricercata dai turisti e dagli appassionati di montagna.
Il Villaggio dello Zomaro che presto raggiungeremo ha come mete obbligate, durante i vari periodi dell’anno, oltre che le numerose sorgive di acqua naturale, i suoi pianori e i profondi valloni con gli affacci sul Tirreno, gli alberi monumentali, i siti archeologici di contrada Palazzo, la chiesetta della Madonna della Salute dove è ubicato un antico quadro, ma anche il Centro Visite e l’Ostello della Gioventù che segnerà la fine della nostra piacevole passeggiata tra i rifugi e i bivacchi dello Zomaro.
Da Gente in Aspromonte