di Gianluca Albanese
SIDERNO – Altro che manipolo di nostalgici di un’idea scomparsa con le ideologie del ‘900. I Comunisti sidernesi si rigenerano, crescono, aprono alle nuove generazioni e si ricostituiscono in sezione, mantenendo il simbolo e la sigla tradizionali, e l’orgoglio di appartenere alla comunità che diede i natali al compianto Partigiano Vincenzo Bolognino.
Questa sera, nella sala delle adunanze di palazzo di Città, la sezione del Pci sidernese si è presentata ufficialmente, nel corso di un’apposita conferenza stampa. Una trentina gli iscritti – di cui un paio tramite la procedura on line – e un direttivo composto da nove persone: il segretario Alessandro Siciliano (già presidente di Siderno Libera) e Antonio Taccone, Mario Stefanelli, Totò Sgambelluri, Elsa Albanese, Elisabetta Barillaro, Franco Minniti, Pasquale Muscatello e Ivan Albanese, rappresentante della giovanile.
Nella segreteria, a parte Siciliano, ci sono gli stessi Stefanelli e Taccone, più i membri di diritto Totò Sgambelluri (dirigente nazionale) e Ivan Albanese della Fgci.
Responsabile organizzativo è Damocle Argirò.
Ha aperto i lavori, ai quali ha presenziato il dirigente nazionale Nicola Limoncino, il consigliere comunale Totò Sgambelluri, che nell’accogliere i presenti, ha dato lettura di un messaggio inviato dal segretario provinciale Lorenzo Fascì, impossibilitato a presenziare, nel quale si legge, tra l’altro, che «La sezione di Siderno è un esempio da seguire, che dà coraggio e forza a tutti noi per le nostre battaglie, condotte con le radici di sempre, le idee di oggi e l’impegno nel territorio».
Il segretario Sandro Siciliano ha parlato di «Un’idea ambiziosa, quella di creare una sezione del Pci che sia punto di riferimento delle classi più deboli, come è sempre stato nel partito degli anni ’70 in cui iniziai la mia militanza: non si lottava per dividere “torte”, ma per grandi ideali. Il quadro generale – ha aggiunto – è complicato da fenomeni deleteri come corruzione, ‘ndrangheta e illegalità, ma nessuno di noi è un’isola deserta, perchè possiamo migliorare, insieme, la nostra vita. E l’idea di poter realizzare qualcosa insieme ad altri compagni mi appassiona. Abbiamo tecnici preparati come Antonio Taccone nella sanità e Mario Stefanelli nell’urbanistica, e priorità programmatiche come il recupero della Diga sul Lordo. Ma soprattutto – ha aggiunto Siciliano – dobbiamo fare vedere ai giovani che c’è una politica positiva e un modo diverso da quello del “bunga-bunga” per occuparci della cosa pubblica e dare una mano a riunificare la sinistra».
E se il segretario ha ribadito che «Non c’è un segretario, ma una squadra», il consigliere Sgambelluri ha detto che «Sono all’opposizione in consiglio comunale», mentre lo stesso Siciliano, stimolato dalla stampa, ha trattato l’argomento “Siderno Libera”, assumendosi, di fatto, tutte le responsabilità dell’epilogo dell’esperienza politica per lui e per molti che hanno aderito al Pci, pur rammentando che «Avevamo sempre chiesto al sindaco di essere consultati preventivamente sulle grandi scelte amministrative e lui, giustamente, ci disse di rivolgerci prima di tutto al nostro consigliere comunale e all’assessore di riferimento. Forse il corto circuito è iniziato lì. A questo si deve aggiungere la sovrapposizione, per alcuni attivisti, dell’esperienza di “Possibile”, ma non è il caso di fare polemiche ora, visto che non è mio costume e non le feci nemmeno quando mi dimisi».
Sgambelluri, da parte sua, non ha condiviso l’impostazione da “mea culpa” da parte di Siciliano, dicendo a chiare lettere che «In Siderno Libera sono venuti meno quei principi di trasparenza e legalità che avevano animato il movimento per sei anni».
Particolarmente apprezzato l’intervento delle figlie del Partigiano Bolognino, che hanno detto che «L’Italia ha bisogno di sinistra: più che i simboli contano le idee» e quello di Damocle Argirò, che ha detto che «Siamo un partito molto vigile e intransigente sui temi della legalità e della tutela dell’ambiente: la questione dei rifiuti dell’ex Bp è ancora irrisolta, e serve ancora fare chiarezza sulla produzione chimica della Sika. E poi – ha concluso Argirò – basta con queste continue modifiche al piano regolatore».
Intanto, domani una delegazione del Pci incontrerà il sindaco Fuda per chiedere chiarezza sul contenuto dei fusti rinvenuti venerdì sulla spiaggia.
Il prossimo grande appuntamento del Pci, ora, è il congresso regionale, atteso per la metà di dicembre. Sarà fondamentale, a nostro avviso, arrivarci con più di un candidato e altrettante mozioni. L’epoca dei partiti col candidato unico appare – quella sì- superata e non conforme all’esigenza di dialettica interna che un partito appena ricostituito deve dimostrare.