RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Tre sono i punti sui quali mi piace soffermare l’attenzione dopo l’esito del voto.
In Calabria ha votato oltre il 54% degli aventi diritto, dato per fortuna non molto al di sotto della media nazionale. Se si considera la percentuale delle passate regionali, pari se non sbaglio al 40%, è facile rilevare come stavolta i calabresi sono stati abbastanza diligenti. Evidentemente anche noi con l’anello al naso, come ci vede qualcuno, abbiamo capito l’importanza del referendum, abbiamo cioè capito che, tecnicismi a parte, non si cambiano le regole del gioco senza il consenso di tutti i giocatori. A chi replica che così non si cambierà mai nulla io rispondo che non è vero. Se le nuove regole sono condivise, sentite e maturate nella società civile, si cambia, eccome se si cambia. Questa è la democrazia, signori, non il surrogato che ci era stato proposto in nome di un modernismo becero e non funzionale.
La condivisione delle regole da cambiare deve partire e maturare nella società civile, come detto poco sopra e solo i partiti possono rendersi portatori di tale principio. Il problema è che oggi “queste “associazioni” latitano, hanno cambiato pelle, sono semplici serbatoi di favori e raccomandazioni (spesso) o luoghi per prebende e rendite di posizione (ancora più di frequente). La seconda considerazione parte da questa premessa. Sì, perché occorre chiedersi quale influsso avrà il voto a livello locale. E qui siamo a un bivio. L’unica volta che sono stato d’accordo con Renzi è stata ieri sera, quando ha affermato che l’unico vincitore è il Popolo italiano. Prendo spunto e dico che se si continua a ragionare senza aver mutato prospettiva, non si va da nessuna parte. Oggi, 5 dicembre, non conta più chi ha vinto o chi ha perso il referendum. Questa è la vecchia strada, che dobbiamo abbandonare per ricominciare a fare politica. Dalla base, con la gente, affrontando i problemi del territorio. Basta proclami, basta promesse la gente è stufa e punirà chiunque continui a seguire questa strada. Non vi stupite poi, se non si cambia prospettiva, se alle prossime politiche in Calabria voterà una percentuale minima.
La terza e ultima considerazione è in realtà una domanda. I sidernesi hanno dato “una bella botta” al PD renziano, che ne esce indebolito. Quale sarà la reazione a livello amministrativo? Continuerà il solito fuoco di fila di interpellanze o si riaprirà il dialogo con l’attuale maggioranza? E in tale seconda ipotesi come si comporterà il Richelieu sidernese che la segretaria del PD definisce il vero Sindaco?
Giuseppe Caruso
VOLO