LOCRI – Udienza fiume quella di oggi al processo “Recupero”, che si sta celebrando innanzi al Tribunale di Locri con rito ordinario. Cinquantaquattro imputati, ritenuti appartenenti al clan Commisso di Siderno, caduti nella rete delle indagini coordinate dalla DDA di Reggio Calabria, attendono di essere giudicati. Tra questi l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni, che questa mattina ha raggiunto Locri dal carcere di Vibo Valentia dove si trova attualmente ristretto dopo il trasferimento da Parma. Assistito dal suo legale di fiducia, l’Avv.Antonio Mazzone, Figliomeni, in pantaloni blu e giubbotto bianco, è apparso visibilmente dimagrito, ma molto reattivo, per nulla scalfito nel suo carisma che in passato lo ha contraddistinto nelle vesti di politico. Dalla cella a vetri da dove ha seguito il processo insieme ad altri detenuti, non ha lesinato saluti a quanti, parenti ed amici, erano li per vederlo. L’ex primo cittadino di Siderno ha seguito in piedi, per buona parte della mattinata, e con molta attenzione, i passaggi della deposizione dell’ispettore del Commissariato di P.S. di Siderno, Nicolò Sortino, salito sul banco dei testimoni intorno alle dieci e lì rimasto fino a tarda sera. L’ispettore, nel corso di un lunghissimo esame e controesame, ha ricostruito la rete dei rapporti tra criminalità organizzata e mercato immobiliare, particolarmente fiorente negli ultimi anni nella città di Siderno. Ne è emerso un quadro in cui tutto appariva sotto controllo, con varie aziende operanti nel settore dell’edilizia, dagli infissi, alle ceramiche, ai calcementi, coinvolte nei cospiqui guadagni. Ancora una volta la lavanderia Ape Green di Giuseppe Commisso detto “u mastru” è risultata essere punto nevralgico e crocevia di traffici illeciti. Numerosissimi gli interventi degli avvocati degli imputati in sede di controesame. Il più lungo, durato quasi tre ore, quello di Giuseppe Calderazzo, legale di fiducia di Riccardo Rumbo, accusato, insieme ad Antonio Galea, difeso dall’Avv.Armando Gerace, di essere tra i personaggi di maggiore spessore della società criminale sidernese. I legali nei loro interventi hanno messo spesso in dubbio l’attendibilità delle varie intercettazioni, telefoniche e ambientali, a causa di episodi di omonimia, utilizzo di soprannomi, poca chiarezza nelle registrazioni. Dopo Sortino la lista dei testimoni continua con i Sovrintendenti Di Bellonia e Lupis.
ANTONELLA SCABELLONE