di Gianluca Albanese
LOCRI – Terza giornata di arringhe difensive al processo “Circolo Formato”. Oggi, infatti, è stato il turno dell’avvocato Misaggi, difensore di Aquino Giuseppe (per lui l’accusa ha chiesto una condanna a 2 anni di reclusione), e di Primerano Vincenzo, per il quale il PM Sirleo, nel corso della sua requisitoria ha chiesto la condanna a dieci anni di carcere.
Oltre a Misaggi sono state calendarizzate le arringhe dell’avvocato Mazzone, difensore di Sfara Giuseppe (10 gli anni di reclusione chiesti dal PM), dell’avvocato ed ex sindaco di Marina di Gioiosa Ionica Francesco Macrì, che difende due uomini dell’allora giunta comunale come l’ex sindaco Rocco Femia e l’ex assessore all’Ambiente Vincenzo Ieraci, per i quali l’accusa ha chiesto rispettivamente 12 e 8 anni di reclusione. La difesa di Aquino Giuseppe, inoltre, è rappresentata dall’avvocato Mazzaferro, la cui arringa è stata altresì calendarizzata per oggi. Davanti al collegio presieduto dal giudice Amelia Monteleone, gli avvocati hanno compiuto interventi tesi a smontare le tesi dell’accusa, soprattutto approfondendo tematiche già emerse nel corso del dibattimento. Di particolare interesse perché ricca di riferimenti all’attività politica e amministrativa dei suoi assistiti, è stata l’arringa dell’avvocato Macrì, che oltre ad aver ribadito i concetti di amministrazione improntata ai principi di trasparenza e legalità ai quali l’amministrazione Femia ha sempre detto d’ispirarsi sin dal suo insediamento, ha puntato, entrando le merito della fase più squisitamente processuale “Sulle numerose e qualificate testimonianze a discarico di Femia e Ieraci rese nella fase dibattimentale; come non citare – ha detto l’avvocato Macrì – il maresciallo dei Carabineri Monaco e il suo predecessore Orlando, due che, forti di un’attività lavorativa pluriennale a Marina di Gioiosa, hanno speso parole buone per i miei assistiti perché hanno avuto modo di saggiarne le qualità umane e amministrative?”. Due testi ai quali il difensore di Femia e Ieraci ha contrapposto l’ex dirigente del commissariato di Siderno Silipo “Che ha reso – ha detto l’avvocato – delle dichiarazioni sfornite, mostrando di non conoscere nemmeno Vincenzo Ieraci, visto che l’aveva scambiato per il fratello. E poi – ha aggiunto Macrì – nessuno ha indagato per vedere se Rocco Mazzaferro frequentasse o meno gli uffici del Comune per verificare la sua presunta volontà di condizionare l’azione dell’amministrazione”. Insomma, la linea è chiara. Domani, spazio ad altre arringhe, così come mercoledì 17 e giovedì 18. Seguiranno le repliche, mentre la sentenza dovrebbe arrivare entro la quarta settimana di luglio.