di Gianluca Albanese (ph. Fimmina Tv)
RIACE – «La cittadina di Riace è un esempio per tutta l’Italia perchè coi suoi progetti di accoglienza dei migranti sintetizza al meglio il concetto di società interetnica in cui le diversità sono una virtù». E’ uno dei passaggi più significativi dell’intervento del presidente della Camera Laura Boldrini durante la visita pomeridiana a Riace, dopo aver trascorso la mattinata a Rosarno.
Per lei, che ha trascorso una vita intera a supporto degli emarginati e degli ultimi, con ben quattordici anni (dal 1998 al 2012) spesi nel prestigioso ruolo di portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, venire qui tra i migranti che in Calabria hanno trovato una casa e un lavoro dopo essere scappati da guerre, miseria e carestia significa sentirsi a proprio agio, anche se in una veste diversa rispetto a quella di qualche mese fa. In tutti i sensi. Le canottiere dell’UNHCR e l’aspetto dimesso di chi non aveva il tempo di curare il proprio aspetto hanno lasciato il posto a un elegante abito turchese che ne ha messo in risalto l’indiscusso fascino. Ma dentro, Laura Boldrini è sempre lei. Ecco perché, nel paese simbolo dell’accoglienza, il presidente della Camera dei Deputati ha ricevuto dal sindaco Mimmo Lucano la cittadinanza onoraria. Un momento di festa per tutti. E per lei, una grande occasione per conoscere un volto diverso della Calabria che al di fuori dei confini regionali viene citata e ricordata solo per fatti di cronaca nera. E anche su questo tema la Boldrini ha inteso compiere una riflessione a cuore aperto. «Il fatto – ha detto – che i grandi giornali nazionali non abbiano delle redazioni in questa regione, sicuramente penalizza l’immagine della Calabria perchè chi è sul posto ha modo, come ho fatto io questo pomeriggio, di conoscere le tante realtà positive che il territorio esprime». Alla fine, Laura Boldrini lascia Riace come chi sa di dover lasciare casa. Da oggi qui è cittadina onoraria. Perchè cittadina del mondo. Dell’altro mondo possibile.