(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- “La Scuola è in decadenza. Noi facciamo Resistenza”; “Non calpestate i nostri Diritti”; “A Scuola per Vivere non per Morire”: sono alcuni degli striscioni affissi all’esterno dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri, dagli studenti che, questa mattina, hanno avviato un sit-in di protesta per denunciare a gran voce, non solo le carenze strutturali ma soprattutto l’assenza di idonei impianti di riscaldamento.
Impianti di riscaldamento che a quanto pare, nell’ala “Palazzo Morgante” pur essendoci, risultano non funzionanti, mentre nell’ala “Palazzo Scuteri” si è provveduto ad acquistare delle stufe; peccato però che, la potenza della luce non “regga”, tanto da non consentire l’estensione del calore per tutto il piano <<Abbiamo chiesto-ha spiegato a Lente Locale la professoressa nonché vicepreside Immacolata Filippone-un aumento di potenza. Il dirigente scolastico, inizialmente, aveva fatto richiesta alla Provincia di un’altra sede a “norma”; analoga richiesta anche al Comune,e nello specifico, dell’Ostello della Gioventù, ma il suo utilizzo è destinato ad un altro fine. Come docenti, condividiamo le ragioni degli studenti, per questo li abbiamo invitati a coinvolgere i genitori e con loro recarci a Reggio Calabria, per esporre alla Provincia il nostro disagio. Per l’Istituto erano stati stanziati 10milioni di euro, poi diventati 6. Non riusciamo a capire perché continuano a persistere queste criticità>>.
<<Siamo costretti-hanno poi evidenziato i rappresentanti di Istituto Vincenzo Marando e Francesco Romeo– a stare in classe con i giubbotti, guanti e coperte; una situazione che si protrae da diverso tempo, già prima della pausa natalizia. La Scuola per quello che ha potuto, si è attivata acquistando delle stufe. Una soluzione che non è riuscita a tamponare il freddo pungente di questi giorni, anche a causa delle vecchie mura. E’ da più di un mese che proviamo a contattare la Regione>>.
Intanto, la protesta proseguirà nei prossimi giorni o almeno, fino a quando non si creeranno le condizioni per riprendere l’attività scolastica.
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