di Gianluca Albanese
REGGIO CALABRIA – Alessandro Marcianò, il caposala dell’ospedale di Locri accusato (e condannato in primo grado) di essere il mandante dell’omicidio dell’ex vicepresidente del consiglio regionale Franco Fortugno, è stato condannato all’ergastolo al processo in corte d’Assise d’Appello, la cui sentenza è stata emessa oggi.
In pratica, la Corte, presieduta dai giudici Cappello e Crucitti, ha accolto in toto la richiesta del sostituto procuratore Fulvio Rizzo che aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo in primo grado. Rabbiosa la reazione del suo difensore, l’avvocato Pino Mammoliti che ha rilasciato a Lente Locale la seguente dichiarazione: “Come avvocato e come cittadino – ha detto Mammoliti – ho paura della magistratura inquirente e giudicante di Reggio Calabria. Alla luce di questa sentenza – ha proseguito – vorrei sapere chi dice la verità: il pentito Novella, con le sue dichiarazioni piene di lacune, o l’ex dirigente del Commissariato di Siderno Silipo quando accusa i vertici della magistratura nazionale. In queste condizioni, ritengo indispensabile chiedere l’intervento del ministro della Giustizia Cancellieri, affinché, mediante una commissione ad hoc, accerti la sussistenza o meno dell’agibilità democratica nel distretto giudiziario di Reggio Calabria”.