di Gianluca Albanese
LOCRI – E’ in dirittura d’arrivo il processo “Circolo Formato”, a carico di 27 soggetti, ritenuti affiliati o contigui alle consorterie criminali operanti a Marina di Gioiosa Ionica. Martedì 23, infatti, ci sarà spazio per le repliche del pubblico ministero Sirleo, mentre, subito dopo, il collegio presieduto dal giudice Amelia Monteleone emetterà la sentenza entro la prossima settimana.
Nel tardo pomeriggio di oggi, si sono concluse le arringhe dei difensori. Ha iniziato stamani l’avvocato Cosimo Albanese (difensore di Agostino Rocco e Agostino Vincenzo) al quale hanno fatto seguito le arringhe dei suoi colleghi Geppo Femia (difensore di Giuseppe Coco e Vincenzo Ieraci), Eugenio Minniti (difensore di Mazzaferro Ernesto, Mazzaferro Francesco Salvatore e Mazzaferro Rocco Piero), mentre ha concluso l’avvocato Sandro Furfaro della difesa di Agostino Fabio. Molti i temi ricorrenti che hanno costituito il filo conduttore delle appassionate arringhe: quello più significativo riguarda l’inesistenza della stessa cosca Mazzaferro, più volte propugnata dalla difesa sia nella fase dibattimentale che nelle arringhe. Di stretta attualità un passaggio dell’arringa dell’avvocato Furfaro quando, riferendosi al processo “Crimine”, per il quale è attesa la sentenza nel tardo pomeriggio di domani, ha detto che «Si sta celebrando un processo che riguarda tutta la ‘ndrangheta della provincia reggina e non c’è menzione della presunta cosca Mazzaferro, men che meno nella struttura verticistica provinciale che dà il nome all’intero processo». Ma non solo. Oltre all’asserita indipendenza dell’allora amministrazione Femia rispetto a qualsivoglia tipo di pressione (comprese quelle della ‘ndrangheta), nel tentativo di smontare l’ìntero impianto accusatorio del processo, gli avvocati hanno snocciolato dati relativi ai tabulati telefonici e i contenuti di molte intercettazioni, sia ambientali che telefoniche. Non sono mancate valutazioni di natura squisitamente tecnica, come quelle riguardanti la sottile differenza tra concorso esterno in associazione mafiosa e concorso eventuale, mentre anche il periodo preso in esame dalle indagini ha destato non poche perplessità nei banchi della difesa, visto che riguarda un arco temporale molto ampio, che va dal 1993 al 2008 e nei primi anni alcuni degli imputati o erano minorenni (come Agostino Giuseppe) o fuori sede (come l’ex sindaco Rocco Femia), tanto che si vuole dimostrare l’impossibilità di esercitare quel potere di intimidazione e controllo del territorio, tipico della condotta mafiosa. Si torna in aula, come detto, martedì 23.