di Gianluca Albanese
SAN LUCA – E’ don Tonino Saraco il nuovo rettore del Santuario diocesani di Polsi. Lo si apprende da una comunicazione ufficiale del vescovo di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva, che ha accolto la richiesta di don Pino Strangio, storico rettore del Santuario, di essere dispensato dal servizio, dopo avere appreso di essere indagato nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla DdA di Reggio Calabria.
Un gesto di grande responsabilità quello di don Pino Strangio, che avrà modo di chiarire la propria posizione agli inquirenti, accolto dal vescovo Oliva, che con una lettera si è rivolto proprio a don Pino e a don Tonino per ufficializzare l’avvicendamento.
«Carissimi don Tonino e don Pino, desidero condividere con Voi – è scritto nella lettera del vescovo – questo momento tanto delicato per la vita del nostro Santuario diocesano di Polsi.
Il mio saluto va anzitutto a te, don Pino, che – dopo quasi venti anni di servizio ininterrotto – mi hai chiesto di essere dispensato da un così gravoso impegno pastorale al Santuario, in modo da seguire con più attenzione i tuoi problemi personali. Lasci l’incarico dopo aver speso per esso tante energie e tempo. Hai custodito il Santuario, proteggendolo dai tanti pericoli che “l’aspro monte” nasconde in sé, valorizzandone l’indole accogliente e sapendo ovviare alle difficoltà dovute alle vie di accesso sempre precarie e soggette alle intemperie della stagione invernale. Un Santuario come il nostro merita vie di accesso più agevoli e sicure, che non mettano a repentaglio l’incolumità di tanti pellegrini e carovane, che da ogni parte vengono a rendere omaggio a Maria. Il Signore ricompensi te ed i tuoi collaboratori per il sevizio svolto. Ora il testimone passa a don Tonino. A te, don Tonino, viene consegnata un’eredità di fede, tradizione, arte, storia e cultura, che sarai chiamato a conoscere, amare e servire. Polsi è nel cuore dell’Aspromonte e della Calabria. Grembo di una Madre che nel corso dei secoli ha accolto e rigenerato tanti suoi figli, ma che ha anche sofferto per le profanazioni subite a causa di fatti e misfatti, di complicità e sangue versato da gente senza scrupoli, in nome spesso di una religiosità deviata e non vera. Polsi come grembo di madre è chiamata a generare alla vita cristiana ed a convertire i peccatori al Vangelo. Un Vangelo che rifiuta il compromesso col potere del denaro e delle armi, della violenza e dell’arroganza mafiosa. Essere luogo di spiritualità e di fede: è questa la sfida su cui si gioca il futuro del nostro Santuario. Dovrai esserne fedele e coraggioso interprete.
La Madonna della Montagna, Madre del buon Pastore, illumini e guidi – conclude il vescovo Oliva – noi suoi figli devoti».