di Pietro Sergi*
Sabato 4 febbraio prossimo, al Centro Polifunzionale di Siderno, Sinistra Italiana si riunisce nella prima Assemblea Congressuale per sancire, finalmente, la nascita del nuovo Partito della Sinistra. Un progetto che ha già nella sua volontà di unire e non scindere altri pezzi della già frastagliata Sinistra del nostro Paese un elemento di forte discontinuità, nella forma. Ma la forma non basta, soprattutto in una Regione imbottita di vecchi e nuovi problemi come la Calabria. Non basta, dunque, la discontinuità delle lodevoli premesse, ci vuole discontinuità nella sostanza, nei programmi, nell’approccio alla risoluzioni dei problemi, siano di natura politica, sociale o culturale, che da sempre ci attanagliano e soffocano una Regione intera. E i contenuti ci impongono di mettere al primo posto del nostro impegno politico di Partito che nasce per sopperire alle carenze degli altri Partiti, di Centrodestra e di Centrosinistra, programmi in materia di Dissesto Idrogeologico, viabilità (le due cose non sono del tutto scisse..), Servizi, strutture ed edilizia scolastica, Cultura. E quando dico Cultura non trascuro affatto la necessità di iniziare un nuovo cammino di Cultura Politica che riporti alcuni valori che sono ormai evaporati e derubricati a semplici utopie per vecchi nostalgici, mentre invece, sparendo dall’agenda politica dei Partiti, hanno contribuito a creare quel fosso enorme tra la politica e i cittadini elettori.
Purtroppo la Calabria non si distingue in questi valori di Cultura Politica che vanno recuperati. Per cominciare, ci vuole meno Cultura dei saltafossi, che cambiano maggioranze e sigle partitiche come fosse la marca di una bottiglietta d’acqua minerale o una birra di marca diversa nel caso il barista sia sprovvisto della nostra preferita. No. La Politica, con la P maiuscola, ha bisogno di coerenza, di buoni esempi per i giovani (“Il Presidente Pertini” diceva che i giovani non hanno bisogno di consigli ma di buoni esempi..), di passione e di avvertire la “connessione” con i Cittadini elettori – almeno quelli che si intendono coerentemente rappresentare – come linfa vitale per la sopravvivenza di un Partito.
E’ una grande occasione questo progetto che ci siamo proposti di realizzare, e i dati sul tesseramento sono incoraggianti per ciò che riguarda la Calabria. Siamo partiti prima in quanto abbiamo sentito molto prima lo scollamento tra i cittadini e la politica, nel nostro campo, mentre altri ex Compagni del PD si accorgono solo adesso che il loro Partito e il loro Governo ci ha regalato solo macerie sociali e confusione Costituzionale. Riforme sballate o pasticciate, quando non platealmente incostituzionali. Soltanto adesso si accorgono che i buoi sono scappati dalla stalla. Hanno prima varato le riforme pasticciate ed incostituzionali e dopo il 4 dicembre ognuno ha iniziato a pensare di prendersi un pezzo di quel risultato. Ma i loro tentativi rimarranno all’interno del loro recinto e dei loro precari equilibri ed equilibrismi. Noi eravamo partiti prima, e ci eravamo opposti a tutte le riforme sballate varate dal Governo Renzi. Sbaglia chi crede di potersi impossessare di un pezzo del risultato del quattro dicembre ignorando i voucher, la Buona Scuola, il pasticcio con la riforma degli enti locali e altre meraviglie simili del turbo-governo del turbo-PD.
L’errore che Sinistra Italiana non deve commettere è quello è autoimporsi un’ipoteca a favore del PD o di altri soggetti. L’autonomia di partenza è un tratto indispensabile per garantire discontinuità dalle politiche liberiste di questo PD e della strana coalizione di maggioranza governativa. Nessuno ha l’anello al naso, ma se si deve ripristinare la cinghia di trasmissione tra cittadini e Politica non si può fare analisi dure del presente e avere comportamenti morbidi verso il futuro. Serve una radicalità ragionevole e non utopistica. E serve avere il coraggio di agire di conseguenza dopo l’analisi che non può che richiamare ad un’assoluta, radicale presa di distanza iniziale dalle politiche iper-liberiste, da qualsiasi parte esse vengano proposte. Sappiamo, per certo, che il PD e la strana coalizione di Governo le ha già abbondantemente attuate queste politiche. E ciò che parlano non sono certo esponenti politici nostalgici, né una base di iscritti che sogna di mettersi l’anello al naso: è la realtà dei risultati pessimi e della conseguente fuga verso i populismi e i movimenti di protesta a parlare. Movimenti unici, purtroppo, considerati dagli elettori come corpi (non politici) contundenti contro una politica sorda e cinica e arrogante. A questi movimenti verrà perdonato sempre tutto affinché la non ci sarà una buona Politica a rappresentare un’alternativa credibile alla mala-politica. Ecco, noi dovremmo ambire a diventare il corpo contundente Costituzionale e POLITICO contro questa politica sorda che crea le condizioni per la vittoria dell’antipolitica. In tempi di crisi bisognerebbe investire. Ecco, investiamo in politica. Di solito i movimenti che nascono dall’oggi al domani vivono il tempo che serve per consumare l’entusiasmo con il quale nascono. Fare un Partito è altra cosa. Rottamare ciò che non va e non le persone o le idee, i valori o la coerenza è la sfida per poter investire in Politica in tempi di profonda crisi della Politica. Sta qui la lungimiranza, non certo nell’ordine delle cose scontate o nel voler stabilire i compagni di viaggio sapendo già che ci riserveranno sempre posti di seconda classe affinché loro possano viaggiare in prima e che difficilmente riusciremo a contaminare il loro percorso, ormai deviato da una mutazione genetica di quel Partito non più di Sinistra nelle politiche attuate, non certo nelle chiacchiere.
*dirigente di Sinistra Italiana