Il pressing degli animalisti salva i lupi. Almeno fino al 23 febbraio. La Conferenza Stato Regioni ha infatti deciso il rinvio del “Piano lupo”, così come chiesto dai presidenti delle Regioni italiane. Da parte del ministero dell’Ambiente – a quanto si è appreso – non ci sono state obiezioni. Il rinvio dell’abbattimento dei lupi era stato chiesto per “studiare possibili alternative” aveva annunciato in mattinata il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, ringraziando “il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini per aver proposto e ottenuto dal ministro Galletti il rinvio del provvedimento”. Oliverio, nei giorni scorsi era intervenuto con Bonaccini per esprimere la propria contrarietà al provvedimento che prevedeva l’abbattimento dei lupi. “Confermo – conclude Oliverio – la mia contrarietà a misure di abbattimento di questa specie protetta. Si tratta semmai di assumere iniziative diverse a tutela degli allevatori”. Le Regioni, dunque, in sede di Conferenza chiederanno la sospensione dell’approvazione del Piano.
Da parte sua, il presidente Bonaccini, dopo aver incontrato questa mattina una delegazione di associazioni ambientaliste che chiedono il ritiro del Piano, aveva annunciato che avrebbe chiesto “a nome della Conferenza delle Regioni, in Conferenza Stato-Regioni” prevista oggi, di rinviare l’approvazione del Piano lupo e le misure che ne conseguono. Vogliamo approfondire la discussione. Credo che il ministro Galletti lo consentirà. Ci sarà così il tempo per approfondire meglio dal momento che ci sono alcune misure che rischiano di non essere convincenti”.
Parlando questa mattina a “24 Mattino” su Radio 24, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti aveva rilevato: “O non si è letto il testo o si è in malafede. Certo, il testo è un po’ lungo, lo capisco. Come al solito in questo Paese alcuni ragionano con la demagogia e l’ideologia, non con la scienza e i fatti. Oggi ci sono in Italia più di 1500 lupi, 250-300 ogni anno bracconati, secondo voi è aperta la caccia al lupo o la apro io? Se noi non interveniamo per diminuire la pressione sui territori, i bracconieri continueranno ad ammazzarli”. “In questo testo – aveva spiegato galletto – c’è un nucleo anti-bracconaggio con i carabinieri forestali e le polizie provinciali, cani anti-veleni contro i bocconi avvelenati, altre azioni di prevenzione per gli allevatori per proteggersi ed evitare che il lupo mangi le bestie. L’ultima azione dice che una volta che siano state fatte tutte le prescrizioni, come le recinzioni e le varie attività previste tra cui gli indennizzi, alla fine la Regione può chiedere al mio ministero di intervenire per prelevare dei capi in misura limitatissima e solo dopo che ho acquisito il parere dell’Ispra sul singolo caso. E’ difficilissimo arrivarci”. Galletti ha rilevato di avere “il cuore in pace, non sono stato a guardare: se le Regioni si sfilano e non approvano questo piano, non la approvino. La gestione del lupo tocca a loro, io sto dando solo l’inquadramento legislativo. Poi se vogliamo nasconderci dietro un dito e farsi fotografare col lupetto in mano, si faccia pure. Ho incontrato agricoltori e allevatori che hanno chiuso le aziende. Ci sono zone che sono veramente a rischio per le attività economiche a causa della pressione del lupo – ha concluso – ma questo vuol dire che dobbiamo salvarlo e non ammazzarlo, far vivere pacificamente il lupo con le attività economiche”.
E’ un primo passo avanti per la salvezza dei lupi, dicono le associazioni animaliste Lav ed Enpa che questa mattina hanno incontrato il presidente Bonaccini, “il quale ha riferito che le Regioni non approvano il Piano Lupi e il documento sarà rispedito al ministro dell’Ambiente Galletti”. Le associazioni esprimono “soddisfazione per questo primo risultato che conferma le posizioni etiche e scientifiche fermamente contrarie all’uccisione dei lupi”. Le associazioni Lav, Lac Lipu, Lndc, Enpa e Animalisti Italiani “ringraziano le Regioni e l’opinione pubblica per l’attenzione dedicata a questa emergenza: la mobilitazione #cacciaunNO continua, manteniamo alta l’attenzione”.
I Verdi si dicono soddisfatti dello stop al piano Lupo e invitano “le associazioni e i cittadini a proseguire la battaglia – spiegano in particolare Luana Zanella, dell’esecutivo nazionale dei Verdi e Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale Verdi dipartimento Tutela e salute degli animali – anche perché non ci fidiamo del Ministro dell’ambiente Galletti che rappresenta un vero e proprio ossimoro con la sua carica: anche oggi ha giustificato i bracconieri tentando di sponsorizzare il condono per le stragi di lupi che aveva preparato con la misura 22 del piano.
“Chiederemo al Governo di eliminare il permesso di abbattimento dei lupi, non che i numeri fossero elevatissimi ma è il principio che non va: eventuali problemi di convivenza tra umani e animali non possono essere risolti solo con la tecnica dell’abbattimento” ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano, a margine della Conferenza delle Regioni. “Inoltre il lupo è essenziale in molti luoghi a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema nei confronti dei cinghiali. Quindi eliminarli incide sull’equilibrio dell’habitat in modo sbagliato”.
Per la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, “nel 2017 l’unica soluzione non può essere l’abbattimento dei lupi”. “Il rinvio chiesto e ottenuto dal presidente Bonaccini – ha aggiunto – è una saggia soluzione: meglio riflettere ancora e meglio prima di abbattere i lupi”. “Non passano certo sotto silenzio le ragioni degli allevatori né il complesso di provvedimenti per l’agricoltura – ha detto ancora – ma bisogna anche tenere nel debito conto l’evoluzione della nostra sensibilità ambientale. Per decenni noi e i nostri figli siamo cresciuti nel timore che un animale nobile come il lupo sparisse definitivamente dall’Italia, e ora non è banale cominciare a ripensarlo come a un pericoloso invasore”. “In ogni caso sono sicura che il rinvio sarà utile a perfezionare una soluzione – ha concluso – capace di tutelare con equilibrio l’economia dei territori e la difesa dell’ambiente e del lupo”.
“Si può operare mettendo in sicurezza il patrimonio agricolo senza strumenti estremi” ha osservato il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, e governatore della Liguria, Giovanni Toti spiegando che “tra l’altro non si tratta di numeri significativi, agire in altro modo è alla portata”.
(fonte ANSA)