RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Reggio Calabria – Adesso basta, i Giovani Democratici non possono rinunciare ad essere un importante punto di riferimento per il Partito Democratico a Reggio Calabria, un luogo che forma e fa crescere classe dirigente, che discute nel merito delle questioni, che promuove ed organizza iniziativa politica, che sfida il Partito Democratico sull’azione di governo a vario livello ; queste le dichiarazioni del Commissario Provinciale dei Giovani Democratici Francesco Danisi che afferma “ la fase politica che ha caratterizzato il nostro movimento giovanile, che ha avuto tra i suoi iscritti chi oggi rappresenta le istituzioni della nostra Regione, della nostra città e dell’intera area Metropolitana è terminata e serve aprirne una nuova”. “Dopo mesi di insulti di vario genere e tipo nei confronti della mia persone e di tutto il gruppo dirigente nazionale, dopo avere appreso dal giornale e non dentro i luoghi di confronto della nostra organizzazione giovanile posizionamenti e punti di vista da parte di chi, sfiduciato nei fatti dalla grande maggioranza della direzione provinciale e commissariato dal segretario nazionale dei Giovani, non riesce ad accettare la realtà e non ha contezza di ciò che avviene nel nostro Partito Democratico e nella nostra organizzazione giovanile” è evidente afferma Danisi che serve chiarire diversi punti ed il percorso che si è inteso portare avanti.
Non mi stupisco prosegue Danisi che ci sia chi di continuo cambi idea: “ricordo quando neanche un anno fa insieme al coordinatore regionale della FDS , al congresso dei Giovani Democratici del circolo “Pegaso” , i primi in assoluto, presentavamo il comitato referendario Under 30, poi questo Si convinto è diventato No convinto , evidentemente qualcosa è cambiato”,
Si può cambiare idea afferma Danisi “ma in tutto serve mantenere una dignità” “io ho creduto convintamente nel progetto di Bersani ma quando poi si mette in campo il tema del rinnovamento dei gruppi dirigenti portato avanti da Matteo Renzi con l’idea di un partito che non parlasse solo a se stesso era evidente che la fase politica cambiava ed io di quella fase ne volevo fare parte”
I Giovani Democratici caro Alex non sono i Giovani Comunisti di Michelangelo Tripodi, dove tu stesso hai militato, partecipato a convention ed hai ricoperto ruoli di direzione politica ; sono una comunità dove non ci sei solo tu ; i Giovani Democratici si dotano di regole che non decidi da solo ma che tutti insieme discutiamo ; i Giovani Democratici caro Alex non sono di nessuno ma della comunità che vuole parteciparne ; i Giovani Democratici devono costruire e non distruggere, altrimenti il risultato sarà quello disastroso che tu stesso hai raggiunto all’Università Mediterranea dove votato da tutti non sei riuscito ad essere eletto neanche al Consiglio di Dipartimento, o peggio ancora alla Consulta degli Studenti dove candidato Presidente non sei risultato ed anche in quella circostanza, non ammettendo il risultato hai provato a buttarla in caciara.
I Giovani Democratici prosegue Danisi devono unire e non dividere, devono essere di esempio ad un Partito Democratico che anche a Reggio Calabria è stato paralizzato e che oggi con il commissario Giovanni Puccio e con l’aiuto di tutte le forze politiche e di tutte le sensibilità interne al Partito Democratico sta provando a riconnettersi nel tessuto sociale Metropolitano.
I Giovani Democratici non possono essere solo tifosi afferma Danisi , non possono rinunciare a fare politica, non possono e non devono stare chiusi nelle stanze del Consiglio Regionale o di Palazzo San Giorgio, il risultato che deriva da ciò è una disconnessione con la realtà.
Sono rammaricato va avanti il Commissario Gd Danisi, che dopo una prima positiva riunione dove tutti insieme abbiamo trovato regole condivise per aprire il tesseramento Metropolitano dei Giovani Democratici alla seconda riunione sconfessando quanto tutti insieme si era stabilito nella riunione precedente si è cercato di fare saltare il banco, di provare a cambiare tutto per non cambiare nulla, io a questo gioco non ci sto.
Si partirà con il tesseramento così come stabilito dalla commissione di garanzia e poi subito con il congresso, che sia trasparente e democratico, sono garante di questo percorso ma anche e soprattutto del rispetto delle regole.
Per chi non riconosce il dispositivo nazionale di Mattia Zunino ed il percorso che tutti insieme stiamo provando a tracciare non ci sarà una seconda chiamata, noi andiamo avanti, le nuove generazioni hanno bisogno di una organizzazione giovanile che sia reale punto di riferimento.