DI SEGUITO LA NOTA DELL’UFFICIO STAMPA DI GERACE
“La Psicopolitica: un approccio critico ed innovativo per le Istituzioni”: questo il tema della tavola rotonda tenutasi nella serata di ieri presso la Sala Conferenze del Museo Civico di Gerace. Un partecipato momento di discussione e un’occasione per rendere omaggio alla figura del compianto professor Luigi De Marchi, famoso psicologo, psicoterapeuta, pioniere della socio psicologia in Italia e fondatore della Psicologia politica e della Psicologia umanistica esistenziale; ma anche l’occasione per annunciare l’istituzione “Primo Corso di Psicologia politica”, destinato ad amministratori, rappresentanti politici, cultori della politica, studenti ed a tutti coloro i quali sono, o saranno impegnati, in ruoli politico-sociali.
I soggetti promotori del Corso, che si terrà nella città dello sparviero nel prossimo autunno per essere poi riproposto annualmente, sono il Comune di Gerace e il locale Club Unesco, d’intesa con l’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale e con il patrocinio della Regione Calabria – Assessorato alla Cultura e dell’Ordine regionale degli Psicologi.
La tavola rotonda – coordinata da Emanuela Ientile, presidente del Club Unesco di Gerace – è stata aperta dal saluto del Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, che si è detto orgoglioso dell’istituzione a Gerace del Corso di Piscologia politica, sullo spunto di De Marchi che individuò la città quale sede ideale, perché in grado di “conciliare lo studio con la riflessione per arte, bellezza e per il proprio glorioso passato culturale”.
Ad aprire i lavori, l’intervento di un’ex allieva di De Marchi, la professoressa Antonella Filastro, psicologa, oggi direttrice dell’Ipue (Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale), che ha tracciato il profilo dell’Istituto e delle attività che lo stesso compie sia in ambito sociale che prettamente formativo.
E proprio dell’importanza di un’ottima formazione quale base per la crescita della professione ha parlato la vice presidente dell’Ordine degli Psicologi della Calabria, Elisa Mottola, sottolineando poi come a proprio parere psicologia e politica perseguano un obiettivo comune: produrre cambiamenti e crescita in ambito sociale e culturale.
Il successivo intervento, quello del noto psichiatra Alessandro Meluzzi, non ha deluso le attese del folto pubblico che ha riempito la sala. Muovendo dall’inadeguatezza del linguaggio politico attuale, sottolineando come De Marchi l’avesse peraltro già colta negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, Meluzzi ha concluso il proprio articolato e affascinante excursus con l’amara constatazione che se non cambierà prima la coscienza, individuale e collettiva dell’élite politica, non c’è speranza che cambi il linguaggio, ma soprattutto il comportamento, individuale e collettivo di tale dell’élite, che sottende – o almeno dovrebbe – alla produzione del bene comune.
Della psicologia politica legata alla percezione dell’attività amministrativa ha invece disquisito Giuseppe Fimognari, già sindaco di Gerace e Senatore della Repubblica, peraltro avvalendosi di alcuni curiosi episodi della propria lunga esperienza politica e amministrativa.
A Mario Caligiuri – l’assessore regionale alla Cultura che fino alla fine di luglio ha eletto Gerace quale proprio domicilio da cui svolgere la consueta attività istituzionale – il compito di concludere l’interessante e partecipata discussione. Conclusioni condivise secondo cui la psicopolitica rappresenta una grande scommessa, perché si combina con quelle famigerate “nuove tecnologie” in grado di modificare a livello strutturale il messaggio della politica, incidendo sull’efficienza democratica e amministrativa, un fattore strettamente dipendente tanto dalla responsabilità dell’élite politica quanto dalla percezione e dalla consapevolezza che i cittadini hanno dell’agire politico di chi vi appartiene.