di Pasquale Aiello
Il 4 dicembre scorso, con una vittoria netta e con il supporto di una partecipazione al voto che non lascia dubbi,il referendum ha bocciato una brutta riforma della Costituzione, impedendo una pericolosa deriva del nostro assetto istituzionale, con l’accentramento dei poteri che da essa sarebbe derivato.La forte affermazione del NO ha però consegnato al Paese anche l’insoddisfazione diffusa che questo Governo con arroganza ha prodotto. Renzi ha entusiasmato banche e padroni, ma non ha sedotto i settori sociali, che dalle sue riforme sono stati i più colpiti.Le dimissioni dello stesso, la notte del 5 dicembre, sono state soltanto la presa d’atto di questa innegabile evidenza. Una presa d’atto che ha impiegato però meno di 24 ore per trasformarsi in una farsa e trascinare il paese nel ridicolo, con un governo fotocopia affidato a un prestanome.La realtà in effetti ha superato la nostra fantasia, con quasi tutti i ministri riconfermati al loro posto e la Boschi persino promossa, quasi a voler ignorare provocatoriamente il clima che si respira nel Paese. Ma anche se la scelta fosse stata un’altra, magari meno arrogante, o persino se si fosse tornati subito al voto, il risultato non poteva essere tanto diverso. Era quasi scontato che senza una mobilitazione dal basso e una nuova stagione di lotta, anche una clamorosa bocciatura nel referendum sarebbe stata insufficiente a cambiare il quadro complessivo del paese.Senza le lotte, questa vittoria non è andata oltre il 5dicembre. La Costituzione per ora è salva, certo, almeno sulla carta. Ma il Jobs act, la legge Fornero, la Buonascuola, i tagli alla sanità, i regali alle banche e alle industrie, sono ancora tutti lì, al loro posto come i ministri. Persino le borse e i mercati sembrano aver superato indenni la nottata.Solo una ripresa del conflitto sociale, l’affermazione di una grande mobilitazione di massa e un nuovo protagonismo del movimento dei lavoratori potrà fare la differenza e aprire lo spazio per poter rivendicare il risultato del 4 dicembre, come una vittoria dalla parte del lavoro e dei diritti sociali.
Pasquale Aiello
Placanica RC