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Il secondo modulo del corso 2016-2017 della Scuola di cultura politica organizzata dall’ISESP con la collaborazione del DiGiEc dell’Università Mediterranea è proseguito con la conferenza dell’On.Stefania Craxi sul tema “La notte di Sigonella. Sovranità nazionale e ruolo dell’Italia nel sistema internazionale”.
L’On. Craxi è presidente onorario della Fondazione Craxi di cui è stata fondatrice e ha ricoperto l’incarico di Sottosegretario agli Esteri tra il 2008 e il 2011. “Craxi aveva ben chiaro- ha dichiarato la Craxi – che se l’Italia non avesse avuto un ruolo di leadership nel Mediterraneo, certamente non avrebbe potuto avere alcun ruolo sullo scenario internazionale. Dinanzi all’emergere di nuovi scenari globali in contesti internazionali del tutto nuovi, inediti, di fronti a nuove crisi globali, all’immigrazione, al terrorismo di matrice islamico, il Mediterraneo oggi ha un ruolo e una tensione in più per costruire il futuro dei popoli nel mondo. Può essere o il teatro di un nuovo ordine mondiale o può essere ancora una volta il teatro di conflitti. E’ necessario guardare con attenzione al Mediterraneo. Questa attenzione dovrebbe essere speculare alla disattenzione dell’Europa e dell’Occidente. Noi europei siamo costretti a questo dalla minaccia terroristica. Occorre che l’Europa abbia un ruolo nel Mediterraneo, non può contemplare la politica europea verso il Mediterraneo né sottovalutazioni né buonismi di sorta. Nell’ affrontare l’emergenza terrorismo è necessario che una tematica così complessa, articolata, non diventi oggetto di propaganda dell’interventismo più puro e del pacifismo becero. La guerra portata dal terrorismo in Europa non è solo in termini militari, ma anche in termini culturali”. Presente all’incontro Raffaele Cananzi, presidente dell’ISESP. Daniele Cananzi, coordinatore scientifico della Scuola, nel portare i saluti di Francesco Manganaro, direttore del DiGiEc, ha spiegato:”Ciò che è emerso nel nostro dibattito è la centralità del Mediterraneo. Quel Mediterraneo che si vuole vedere come problema in realtà sarebbe la soluzione. C’è un atteggiamento occidentale che vede libertà, democrazia e diritti umani in maniera monotona, quando in realtà il punto di osservazione non muta la verità della realtà, ma muta i colori attraverso cui le quali questa realtà ci si manifesta”. A concludere l’incontro è stato il presidente della Commissione Giustizia del Senato e direttore della Scuola Nico D’Ascola:”Il ruolo della politica è anche la capacità di disegnare grandi scenari, risolvere i grandi problemi, avere a cuore le tematiche sia di livello interno che di livello internazionale, però, con un progetto complessivo del ruolo della società, della sistemazione delle parti in conflitto all’interno, ma anche del conflitto tra gli Stati e quindi del ruolo che l’Italia deve giocare, quella di allora era una classe politica che aveva chiaro il ruolo internazionale del nostro Paese. La politica trasforma le cose, ma per poter trasformare le cose deve essere di alto livello, altrimenti le peggiora. L’affermazione dei principi del livello di sovranità nazionale è anche l’affermazione della necessità che l’Italia sia unita, sia coesa che le parti sociali si riconoscono in un Paese in grado di affermare il suo ruolo. La politica mediterranea è strettamente connessa alla storia, alla nascita dell’Italia come entità politica, ma direi alla sua stessa geografia”. Sul porto di Gioia Tauro, il presidente ha aggiunto: ”Il problema del porto di Gioia Tauro non è solo nazionale. Certo, ci sono degli aspetti radicati sul territorio nazionale che sono funzionali all’emarginalizzazione dello scalo, ma quelli prevalenti sono di natura internazionale, di geopolitica. E’ chiaro che Gioia Tauro rappresenta, come tanti altri porti del Mediterraneo, la concretizzazione della emarginazione del Meridione del mondo e del Mediterraneo. Perchè Gioia Tauro non può costituire un porto importante, fintanto che i grandi porti, quelli esclusivi, sono quelli tedeschi, sia geograficamente tali sia commercialmente tali”.