R. & P.
Nella tradizionale consuetudine dei proclami “urbi et orbi” cui ci ha abituato l’ineffabile ingegnere Scura, leggiamo sulla stampa delle 600 prossime assunzioni in tutto il territorio regionale per la sanità, attualmente “stoppate” dal sub commissario Urbani.
Se da un lato accogliamo la notizia favorevolmente, il nostro spirito critico ci fa riflettere sulle motivazioni addotte a giustificazione delle assunzioni.
E’ riportato che dette assunzioni serviranno a consentire il piano di “riordino ospedaliero” previsto dal DCA 64/2016 e per fronteggiare il procedimento di infrazione della Comunità europea in merito alla mancata applicazione della legge 161/2014.
A tal riguardo bisogna evidenziare che malgrado il DCA 64/2016 e nonostante l’adozione dell’atto deliberativo n.92 del 14.2.2017 poi rettificato con deliberazione n. 133/2017, ancora oggi l’ASP di Reggio Calabria non ha definito la dotazione organica necessaria a garantire i servizi previsti nelle citate deliberazioni. Altra nota critica è data dai toni trionfalistici con i quali viene battezzata questa operazione.
Spacciare queste assunzioni come la panacea di tutti i mali della sanità calabrese ci sembra, francamente, esagerato, poiché di contro si assiste quotidianamente alla contrazione di servizi, alla mancata apertura di quelli previsti dagli atti regionali e la decantata riduzione della spesa, a noi sembra, frutto del collocamento in pensione di circa 3000 operatori, solo nel triennio 2014/2016, in tutta la Regione.
Quindi, ammesso e non concesso che si raggiunga il pareggio di bilancio nel 2018 come paventato, non vorremmo che questo avvenisse solo per la riduzione del personale e dei servizi. Nella sola ASP di Reggio Calabria nel triennio 2014/2016 sono ben 522 le unità di personale “pensionate” e di questi circa 125 sono Collaboratori Professionali Sanitari e 101 medici.
Assumendo questo dato a media regionale si può ipotizzare il collocamento in pensione di circa tremila unità di personale per un risparmio di circa 150/200 milioni di euro annui solo per stipendi e senza considerare i vari medici convenzionati, es.: specialisti, medicina dei servizi, eccetera, collocati in pensione e non sostituiti.
E se da un lato, stando alle notizie di cronaca riportate il 14.3.2017, con le assunzioni di cui all’emanando decreto, si procede ad un turn-over pari circa al 20% del personale dimesso/pensionato, ci pare strano che per ovviare alla procedura di infrazione 2011/4185 della UE si assumeranno, in tutto il territorio regionale, 64 Infermieri, che sono le figure professionali più soggette ed interessate al rispetto dei turni e dei periodi di riposo di cui alla legge 141/2014.
Né ci risulta che si sia ovviato all’annosa questione del fenomeno dei cosiddetti “imboscati”, oggetto di accordo sindacale tra la struttura commissariale ed i sindacati regionali, nè alcun atto è stato adottato per le centinaia di unità utilizzate in compiti non propri (es.: medici).
In conclusione più che un atto programmatorio dei servizi il decreto di cui si parla ci sembra l’ennesimo tentativo autoreferenziale e autocelebrativo, in opera mortis di chi per due anni ha menato il can per l’aia oltre che terreno di scontro politico interno.
Non è di questo che ha bisogno la Calabria!
La Segreteria Provinciale
*Nuccio Azzarà *Nicola Simone *Francesco Politanò