R. & P.
L’auspicio a che il 21 marzo possa essere una data di svolta delle dinamiche sociali nel territorio viene dalla riunione del coordinamento del Forum Territoriale del Terzo settore della Locride, convocata per definire le modalità organizzative di partecipazione all’evento nazionale promosso dall’associazione Libera in occasione della ventiduesima “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
Il Forum della Locride, livello territoriale del Forum Nazionale del Terzo settore, organizzazione di rappresentanza in Italia del mondo del sociale, nell’aderire all’iniziativa che si svolgerà a Locri e nel ringraziare l’associazione Libera e il suo presidente don Luigi Ciotti dell’aver scelto il territorio locrideo come sede dell’evento che intende valorizzare il positivo di tante realtà, impegnate per il bene comune, auspica che l’evento possa concretamente servire per mettere al centro alcuni temi chiave posti a fondamento di una strategia sistemica atta ad invertire la rotta del sottosviluppo e del degrado criminale.
A distanza di dodici anni dall’omicidio di Franco Fortugno a Locri, della reazione civile dei giovani e delle associazioni sociali, e di una analoga iniziativa organizzata da Libera nello stesso lontano 2005, non si può certo dire che la socialità e la legalità si siano affermati nel territorio locrideo. Pur a fronte di colpi severi dati dagli apparati investigativi alle mafie del territorio, le organizzazioni criminali hanno sempre trovato nuova linfa e nuovi giovani aderenti, mentre il territorio è ulteriormente arretrato dal punto di vista civile ed economico, non essendoci stato alcun serio investimento sulla socialità e sui diritti, ne sul sostegno e sulla promozione di quei fattori chiave legati alla prevenzione, all’educazione, alla promozione del capitale sociale, che sono precondizione di sano sviluppo e di interruzione del circolo vizioso di nuove adesioni alle cosche.
Il tal senso le associazioni aderenti al Forum del Terzo settore della Locride, quelle che spenti i riflettori del 21 marzo rimangono nel territorio dove operano quotidianamente da anni, facendo sforzi sovraumani nel garantire luoghi di socialità e di presenza attiva, giorno per giorno e non solo durante saltuari eventi pubblici, condividono totalmente le parole del fondatore di Libera di condanna della «retorica della legalità che è diventata l’idolo, sulla bocca di tutti cominciando da quelli che la calpestano tutti i giorni, nelle istituzioni pubbliche a tutti i livelli». Per il Forum del terzo settore la legalità, come dice don Ciotti, deve saldarsi alla responsabilità che deve chiamare ciascuno a fare la propria parte a partire dai temi educativi e dall’investimento sui processi di prevenzione fondamentali per togliere linfa alle organizzazioni criminali. Su questi temi gli enti di terzo settore registrano l’assenza di una reale volontà tesa a costruire una vero partenariato sociale. In tal senso nel salutare l’arrivo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e nel ringraziarlo della decisione di partecipare all’evento locrese, gli enti aderenti al Forum del terzo settore operanti nella Locride, consci dell’assoluto rigore del Presidente e della sua piena contezza sull’importanza di investire sui temi del rafforzamento della socialità e del privato sociale, gli chiedono di vigilare a che in uno dei territori più martoriati del sud sia possibile costruire percorsi di rinascita comunitaria, basati su un economia civile sana, legale, fondata su alti valori di missione, realizzata anche attraverso il rafforzamento di politiche di prevenzione educativa, con centri giovanili aperti quotidianamente, beni confiscati riutilizzati a fini civici, monitoraggio sull’utilizzo delle risorse comunitarie assegnate agli enti pubblici, investimento sulle scuole che devono avere personale all’altezza della sfida educativa presente nel territorio. Da parte loro gli enti aderenti al Forum continueranno a garantire continuità, condivisione e massimo impegno quotidiano sul territorio, nonostante la distanza sempre più larga da istituzioni spesso miopi ed autoreferenziali.