di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Non può essere un Comune – nella fattispecie quello di Roccella Ionica – a decidere in maniera autonoma di ridurre arbitrariamente il numero di ore di assistenza scolastica da prestare a una bambina affetta da disabilità.
Lo ha stabilito, in maniera inequivocabile, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria – sezione staccata di Reggio Calabria, che con l’ordinanza numero 94/2017, pubblicata lo scorso 23 marzo, ha accolto il ricorso presentato dai genitori e, al termine della camera di consiglio dello scorso 22 marzo, alla quale hanno preso parte i magistrati Roberto Politi (presidente), Filippo Maria Tropiano (referendario) e Donatella Testini (referendario, estensore) dispone che il Comune provveda ad assegnare alla minore un’assistente ad personam per dieci ore settimanali (così come stabilito dall’Asp di Reggio Calabria, invece delle sessanta ore complessive per l’intero anno scolastico che aveva assegnato l’Ente attraverso apposito bando di selezione per il conferimento di incarichi di assistenti specialistici con contratto d’opera e interventi di supporto all’istruzione degli alunni con disabilità nell’anno scolastico 2016/2017.
Di seguito il commento del padre della bambina, pervenuto alla nostra redazione.
«E’ una prima vittoria per l’affermazione dei diritti fondamentali all’integrazione scolastica a Roccella Jonica, e per quanto sia stato dissetato dalla Giustizia, mi sento tuttavia frustrato perché, nonostante le fatiche ed i problemi quotidiani, le nostre difficoltà di ogni genere, le nostre vite vissute nell’incertezza di cosa sarà il domani, per far rivalere i diritti fondamentali di mia figlia ho dovuto adire alla Giustizia, con tanto di aggravio in termini economici e di stress. E’ vergognoso. Come se non bastasse solo il buon senso e l’umana sensibilità, come se non bastasse l’articolata impalcatura del diritto italiano nella specifica materia, e poi ancora tantissime sentenze di Tribunali Amministrativi e Ordinari che condannano gli Enti Locali inadempienti, ribadendo loro che non si può assolutamente privare o degradare il disabile dal diritto ad una piena integrazione scolastica, a Roccella Jonica gli Amministratori in carica perseverano nel perpetuare il rito della negazione e della frustrazione di tali sacrosanti diritti. Sono fiducioso della eco benefica che scaturirà da questa vicenda giudiziaria, anche se in un recente passato, noi genitori di alunni disabili abbiamo incontrato e parlato personalmente con il Sindaco e gli Assessori, ma è evidente che non hanno recepito appieno facendo muro di gomma fino a quando non è intervenuta la Giustizia. Questa vicenda rappresenta la patologica irragionevole insensibilità di chi dovrebbe, in virtù delle cariche pubbliche ricoperte, garantire con naturalezza tali diritti, contribuendo all’edificazione dei veri valori di una società civile. Il grado di civiltà di un paese che si vanta di essere tale, si misura anche nello slancio politico dei suoi amministratori nel ricercare con dedizione ogni strumento che possa in concreto offrire servizi di qualità nei confronti dei cittadini più svantaggiati. Questa propensione, in un contesto più ampio di servizio alla collettività, che non si limiti solamente a specifici interessi compartimentati, ma che abbracci tutta la tipologia dei diversi bisogni dei cittadini, soprattutto di quelli più svantaggiati, è certamente auspicabile e corrisponde ad un ottimale utilizzo delle risorse pubbliche. Io mi auguro che nel prossimo futuro e per gli anni avvenire gli Amministratori di Roccella Jonica trovino “arte e parte” per garantire come si deve l’integrazione scolastica dei disabili, che è una cosa seria e delicata, mettendo in campo lo stesso impegno, anche e soprattutto economico, così come avviene per altri contesti (Festival Jazz, Calcio, Porto etc…) che sono importanti, si, ma non così elevati come i diritti fondamentali Costituzionali richiamati in questa vicenda».