DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI “LIBERI DI RICOMINCIARE”
Con stupore apprendiamo a mezzo stampa delle dichiarazioni rilasciate da Angela Napoli durante il dibattito pubblico “per vincere la ndrangheta: crescita civile, cultura e leggi ingiuste” promosso dall’associazione Caulonia Civica.
Nel suo intervento l’ex parlamentare ha affermato che “mettersi contro determinate norme significa mettersi dalla parte della mafia. Annullare la legge non ha alcun significato, alimenterebbe solo l’humus che consente la crescita delle collusioni tra mafia e politica”.
Visto quanto esternato sarebbe piacevole conoscere quali strategie si intendono adottare per raggiungere “finalmente” i conclamati risultati.
Sin da quando iniziai a muovere i primi passi in politica ricordo le continue “missioni antimafia” svolte dalla signora Napoli, ma trascorsi oramai decenni e cambi di casacca, ancora non riesco in alcun modo a capire quali “successi” sono stati conseguiti da questa paladina nostrana, degna protagonista del romanzo “Don Chisciotte della Mancia” di Miguel de Cervantes.
Risveglio Ideale è un’associazione fondata dalla stessa Angela Napoli con lo scopo di combattere la ndrangheta. Ma la ndrangheta come si intende combatterla? Magari distribuendo gerbere gialle e pillole antindrina, oppure gettando fango su possibili avversari politici. Naturalmente per l’espletamento della sua “mission impossible” è stato necessario farsi “riconfermare” la scorta, senza ricoprire alcuna carica istituzionale, il tutto naturalmente a danno dei poveri contribuenti!
Già precedentemente la signora Napoli durante i suoi interventi ha più volte citato “Liberi di Ricominciare” definendolo in più occasioni quasi come un movimento “antistato”. Sinora abbiamo ritenuto opportuno non prendere in considerazioni insinuazioni di carattere personale, ma dopo l’esternazione “mettersi contro determinate norme significa mettersi dalla parte della mafia” riteniamo sia doveroso rispondere a tono a quest’ulteriore diffamazione.
“Liberi di Ricominciare” nasce a San Luca lo scorso 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica con l’obiettivo di valutare correttamente le eventuali limitazioni e/o incongruenze della legge che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose.
In quell’occasione la politica era assente, in qualche caso anche con giustificazioni quasi scolaresche. Nessun politico ha voluto metterci la faccia, provando almeno a difendere la “dignità” di quella popolazione “vittima di antidemocrazia”. L’unico “highlander” è stato l’amico consigliere provinciale Pierpaolo Zavettieri che, sensibile alla tematica, non solo si è esposto, ma ha compartecipato sin da subito alla realizzazione dell’evento.
Da allora di strada ne abbiamo fatta, da Gioia Tauro a Roccaforte, da Lamberti a Dal Torrione, sino ad arrivare alla fatidica data del 9 luglio quando, alle ore 10:30 insieme ad una delegazione capitanata dal sottoscritto, si è varcato il portone del Palazzo del Governo, incontrando direttamente Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, col quale in perfetta sintonia si convenuto sulle medesime conclusioni: “la legge che disciplina lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose dovrà essere rivista, ma a cambiarla ci dovrà pensare chi ha il potere legislativo”.
Dallo scorso 2 giugno abbiamo cercato di “conoscere” i territori e “studiare” gli effetti dovuti all’applicazione della legge. Dalle testimonianze finora raccolte dal movimento durante il tour, vengono di già evidenziate alcune prime incongruenze sulle limitazioni dell’attuale legge. Prima di giungere alla modifica legislativa, col movimento, per contribuire alla rivisitazione della normativa, stiamo continuando a portare avanti le nostre iniziative, necessarie a conoscere e studiare le realtà “attenzionate” da decreti di scioglimento, con l’obiettivo di redigere, caso per caso, un “dossier” necessario ad evidenziare le criticità della legge in vigore.
Soltanto dopo aver raccolto le esperienze di chi ha “subito” questa legge, sarà possibile evidenziarne realmente le limitazioni e, solo allora, dovrà con forza intervenire il potere legislativo assumendosi le responsabilità di concretizzare le azioni necessarie a ridare pari dignità a tutte quelle realtà vittime di democrazia interrotta.
Nel contempo abbiamo cercato l’adesione di tecnici ed istituzioni. A tal proposito gradirei informare l’ex deputata, qualora non ne fosse a conoscenza, che il nostro operato è in perfetta sintonia con Sua Eccellenza il Prefetto Vittorio Piscitelli, con Romano De Grazia già giudice di Cassazione e “padre” della legge Lazzati, con Nicola Gratteri recentemente nominato componente della task-force istituita da Letta per velocizzare il Sistema Giustizia, con Alberto Panuccio presidente dell’Ordine degli Avvocati della provincia di Reggio Calabria, ecc. ecc..
Quindi cara signora Napoli se fosse vero ciò che afferma “mettersi contro determinate norme significa mettersi dalla parte della mafia” vuol dire che SIAMO TUTTI MAFIOSI!!! naturalmente ad eccezione di lei “indenne” da tutto e magari indiscussa “vittima” del primato di far parte nel 1991 del primo consiglio comunale sciolto in Italia per infiltrazione mafiosa (il cosiddetto Decreto Taurianova). Cara signora Napoli mi sa che per lei la legge non è uguale per tutti, magari lei è semplicemente l’eccezione che conferma la regola.
Il Presidente
Paolo Ferrara (nella foto mentre stringe la mano al prefetto di Reggio Calabria Piscitelli)