di Maurizio Zavaglia*
GIOIOSA IONICA – In una recente iniziativa pubblica il sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, Domenico Vestito, ha affermato che “sono maturi i tempi per pensare ad una fusione tra i due Comuni di Marina di Gioiosa e di Gioiosa Ionica”. Ritengo che sia la prima volta, nella storia del Comune rivierasco, che un primo cittadino utilizzi pubblicamente tali frasi, che assumono quindi una portata storica. Proprio per l’importanza che riveste, questo pensiero non deve essere lasciato cadere nel vuoto, ma anzi deve essere raccolto e rilanciato. A distanza di quasi settant’anni dalla creazione del Comune autonomo (ricordiamo che ciò avvenne con il Decreto Legge 21 maggio 1948 n° 831) si può finalmente cominciare a confrontarsi su basi nuove, tenendo conto delle mutate situazioni legislative, sociali, economiche, culturali. Preciso subito che l’ipotesi di fusione mi convince pienamente. Sono fermamente convinto che occorre farla, qui ed ora. Non sto a soffermarmi sugli aspetti che accomunano i due territori da un punto di vista geografico, orografico, vie di comunicazioni, urbanistica, che pure sono tanti ed evidenti ma che da soli non sarebbero sufficienti, probabilmente, a superare gli atavici campanilismi che si sono creati nel corso dei decenni. Voglio invece soffermarmi sull’utilità, sulla necessità, sui vantaggi che ne deriverebbero per le popolazioni interessate. Gli Enti Locali sono ormai massacrati dai provvedimenti di riduzione della spesa pubblica adottati negli ultimi 15 anni, in forza del cosiddetto “federalismo fiscale” e determinati anche dal fatto che lo Stato ha scelto di far ricadere sui Comuni il peso maggiore del trattato di Maastricht e degli altri accordi europei che prevedono “austerità” nei conti pubblici e contrazione della spesa. Ciò ha determinato una situazione ormai insostenibile in termini di tenuta dei bilanci comunali e, di conseguenza, di capacità dei Comuni di erogare i servizi che la legge attribuisce a tali Enti (scuolabus, mensa scolastica, manutenzione edifici scolastici, manutenzione reti idriche e fognarie, manutenzione strade comunali, pubblica illuminazione ecc). Ai Comuni, insomma, arrivano ormai solo spiccioli da Roma. Dice “ve la dovete cavare da soli, con la fiscalità locale”. Cioè i servizi devono essere garantiti con il gettito che deriva da tasse e tributi locali. Tradotto ancora in parole più semplici: per riparare le buche stradali i Comuni devono far fronte con quanto incassano dalle famiglie e dal sistema economico-produttivo della propria comunità. Cosa che può andar bene in Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana e via dicendo, ma che è devastante per i Comuni della Calabria, i cui abitanti sono notoriamente i più poveri di tutta Europa!
Come venirne fuori? La legislazione vigente attribuisce delle premialità finanziarie, delle incentivazioni per le fusioni di Comuni. I vantaggi sono stati più volte rimodulati: l’ultima versione, contenuta nel Decreto 26 aprile 2016 del Ministero dell’Interno, prevede che ai Comuni che scelgono la fusione “spetta, per un periodo di dieci anni, un contributo straordinario pari al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti ai medesimi enti per l’anno 2010 ed in misura non superiore, per ciascuna fusione, a 2 milioni di euro”.
Occorre, quindi, avere coraggio. Come è avvenuto di recente nei cinque Comuni della Presila cosentina che si sono fusi in un unico ente. Come sta avvenendo tra Rossano e Corigliano. Come è avvenuto in passato (precisamente nel 1968) tra Nicastro Sambiase e Sant’Eufemia dai quali è sorta Lamezia Terme, oggi uno dei Comuni più popolosi e più importanti dell’intera Calabria.
Se i tempi sono maturi anche per le due Gioiosa lo si può verificare facendo partire un percorso partecipativo sui due territori comunali, nei due centri urbani e nelle frazioni, convocando assemblee ed incontri. Un percorso che, dopo tutto l’iter politico-amministrativo previsto dalle normative vigenti, si suggella con un referendum popolare, nel quale il popolo sovrano sarà chiamato ad esprimersi. Facciamolo partire questo percorso se teniamo veramente al bene pubblico, per il presente e per le future generazioni.
*: Presidente del Consiglio comunale di Gioiosa Ionica
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