di Gianluca Albanese
LOCRI – Domenico Libero Scuglia, attuale segretario comunale di Locri è stato scelto dal sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà (nella foto) nel ruolo di segretario generale della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Un incarico prestigioso, per il giovane capo della macchina burocratica dell’Ente, che ha molto presto scalato le vette più alte della carriera, ma sul quale si addensano alcune nubi, come evidenziato nell’articolo di Caterina Tripodi pubblicato sul sito de “Il Quotidiano del Sud”, che v’invitiamo a leggere cliccando sopra il seguente link:
E, come dicevamo, non sono mancate le reazioni.
Prima tra tutte quella del segretario provinciale di Sinistra Italiana, Antonio Guerrieri, che più volte aveva criticato, in questi anni, l’operato di Scuglia al Comune di Locri e che in una nota affidata agli organi di stampa, ha scritto che «Raggiunge l’apice del surreale l’ultima nomina, e per di più di vertice, del sindaco metropolitano Falcomatà il quale avrebbe scelto una delle figure più controverse della P.A. calabrese per il ruolo di segretario generale della Città metropolitana, il dott. Domenico Scuglia attualmente coinvolto nel processo per la bancarotta della società Proserpina di Vibo Valentia e già Segretario a scavalco della Provincia di Vibo, nel periodo in cui sono nate le condizioni del dissesto finanziario dell’ente.
Con questo curriculum fu già incautamente scelto qualche anno fa dal Comune di Locri distinguendosi insieme alla Giunta per numerosi gravi “svarioni” amministrativi culminati nella recente bocciatura da parte della Corte dei Conti del piano di riequilibrio dell’ente, preludio al probabile prossimo dissesto.
Proprio nel suo ruolo di organo di garanzia nella gestione dell’ente ha poi avallato la de-dirigenzializzazione del Comune, con la collocazione in pre-pensionamento di quasi tutte le categorie D, assumendone poi innaturalmente le funzioni nella inopportuna veste di controllore e controllato, ma avrebbe anche accettato l’irrituale nomina a pseudo-commissario di un ente partecipato (commissario che avrebbe dovuto al limite nominare la Prefettura e non il Comune).
Sempre a proposito di enti partecipati avrebbe quindi avallato il non inserimento in bilancio dei crediti e dei debiti tra quest’ultimi e il Comune per come messo in evidenza nelle delibere di Corte dei Conti e nelle comunicazioni ministeriali nonchè sarebbe di fatto corresponsabile dell’approvazione in Consiglio comunale di uno schema di bilancio difforme da quello approvato nella propedeutica Giunta.
A lui sarebbero da attribuire le scelte riguardanti i ricorsi fatti presentare ad un professionista esterno e poi persi essendo, tra l’altro, ai limiti e alla stregua di una “lite temeraria”.
Ricorsi esternalizzati a titolo oneroso nonostante la presenza di un collegio comunale interno di difesa.
Gravissimo è stato poi nel recente passato il tentativo di far approvare in Consiglio Comunale una convenzione per il suo utilizzo parziale e quindi “pro domo sua” in un comune del vibonese che per via di un articolato e perverso conteggio matematico avrebbe fatto sì che sarebbero aumentati i costi orari relativi per l’ente locrese, tentativo svelato opportunamente dalla minoranza.
Oggi il dott. Scuglia, con questo curriculum e nel pieno di una tempesta amministrativa e politica, ma non di meno giudiziaria, che non riguarda solo aspetti tecnici, abbandona Locri in fiamme per approdare alla letterale corte di Falcomatà, sempre più principe metropolitano, che ancora una volta non smentisce il suo percorso di approssimazione e di navigazione a vista, anzi a svista, nel suo incarico comunale e metropolitano come quasi in solitaria denunciato più volte da Sinistra Italiana e da tempo immemore dall’associazione La Cosa Pubblica coordinata dall’ex candidato a sindaco Stefano Morabito.
Troppe le sviste, troppi i comportamenti ambigui, troppo distante dall’approccio che una città capoluogo metropolitano meriterebbe per non mettere in seria discussione questo mandato amministrativo.
Città metropolitana già allo sbando e frastornata dagli avvenimenti giudiziari e criminali e che non può permettersi segnali ambigui come quelli dati a più riprese dal sindaco metropolitano.
Inizi – conclude la nota di Guerrieri – a ridare fiducia alla cittadinanza dell’intera area reggina ammettendo l’errore ed agendo di conseguenza».