(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- Si è conclusa alle ore 13 circa di oggi, la latitanza di Rocco Barbaro alias “U Sparitu”, classe ’65 di Platì, esponente di vertice della consorteria “Barbaro-Castanu”, operante nel territorio di Platì, con ramificazioni in Lombardia e in Piemonte.
L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Gruppo di Locri e in particolare, dall’aliquota operativa della Compagnia di Locri, unitamente ai colleghi della Stazione di Platì e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria che, hanno tratto in arresto l’uomo, nell’abitazione di una delle figlie, mentre si accingeva a pranzare attorniato da tutti i suoi familiari.
Al momento dell’irruzione dei militari, Barbaro aveva tentato nell’immediato di scappare passando per il tetto, poi tempestivamente bloccato.
I particolari sono stati illustrati questo pomeriggio, nella conferenza stampa convocata, dal comandante del Gruppo Carabinieri di Locri, il tenente colonnello, Pasqualino Toscani.
<<Siamo soddisfatti-ha detto Toscani– del risultato raggiunto, sia come Carabinieri Gruppo di Locri, come Compagnia, Nucleo Operativo e ovviamente, grazie anche alla Stazione di Platì. Operando in un contesto ambientale difficile come Platì, siamo riusciti a trovare un latitante a casa sua e precisamente, nell’abitazione di una delle figlie>>.
Barbaro era ricercato dal gennaio del 2016, perchè ritenuto responsabile dei reati di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso.
Il frutto di un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa il 18 gennaio dello scorso anno, dal Gip del Tribunale di Milano che operava con l’attività investigativa svolta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano. Nello specifico, i fatti delittuosi oggetto dell’ordinanza, si sono verificati tra il mese di maggio 2013 ed il mese di gennaio 2014.
In realtà, Rocco Barbaro figlio di Francesco Barbaro, classe 1927, alias “Cicciu U Castanu”, capo dell’omonima consorteria di ‘ndrangheta, detenuto con la pena dell’ergastolo per l’omicidio del Brigadiere dei Carabinieri M.O.V.C. Antonino Marino e cognato di Giuseppe Pelle (quest’ultimo figlio del defunto Antonio Pelle alias “U Gambazza”, capo dell’omonima cosca operante nel territorio di San Luca), era stato già latitante dal 1997 al 2003, implicato in una indagine per reati in materia di stupefacenti, un soggetto di caratura criminale dunque, elemento di vertice dell’omonima ‘ndrina operante a Platì, in Lombardia ed anche in Piemonte.
Al centro delle ultime indagini, la cessione della proprietà di un bar sito a Milano, con Rocco Barbaro, in qualità di intermediario per l’intestazione “fittizia” ad una terza persona, poichè la precedente gestione aveva contratto numerosi debiti con i Monopoli dello Stato. Oltre alla compravendita dell’esercizio commerciale a cui lo stesso aveva partecipato attivamente, l’arrestato avrebbe gestito in modo occulto l’esercizio commerciale, controllando l’operato del nuovo titolare, originario di Platì.
<<E’ costante- ha continuato Toscani-il controllo capillare del territorio e la Stazione di Platì ha dimostrato ancora una volta, la sua valenza. Un esempio che ci pone quale sia l’efficacia dello strumento che l’Arma dei Carabinieri mette in campo tutti i giorni, nella lotta alla ‘ndrangheta e alla criminalità organizzata. L’arresto di oggi, ci fa capire che non si può essere un vero e proprio capo di una determinata consorteria, se si abbandona il territorio di appartenenza>>.
<<Inoltre-ha aggiunto Toscani-l’arresto di oggi vogliamo dedicarlo ai nostri caduti di questa terra che, non sono caduti invano, cerchiamo di onorare la memoria di tutti i militari che ci hanno preceduto, caduti nella lotta contro la criminalità organizzata>>.
Espletate le formalità di rito, Barbaro è stato condotto alla Casa Circondariale di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
VIDEO CONFERENZA STAMPA