di Gianluca Albanese
CAULONIA – Avete presente il finale di “Caterina va in città”, il bellissimo film diretto da Paolo Virzì, nel quale una ragazzina arrivata a Roma dalla provincia scopre il mondo della politica militante nelle scuole frequentate dal padre, che a sua volta vede i genitori delle due acerrime nemiche uscire a braccetto proprio dal liceo in cui trascorse la sua adolescenza? Proprio così, il sottosegretario postfascista interpretato da Claudio Amendola, con l’artista sedicente comunista Flavio Bucci. Insieme. Alla faccia dei dispetti tra le rispettive figlie.
La reazione del padre di Caterina (Sergio Castellitto) fu di stupore e sdegno, tanto da rispolverare la vecchia moto, in garage da una vita, e decidere di scappare via.
Oggi, quella Caterina e il suo babbo idealista rimarrebbero, con tutta probabilità, sorpresi e ancora una volta a bocca aperta. Già, le “conventicole” non sono solo un fenomeno della Capitale: arrivano pure qui, insieme al loro carico di inciuci, accordi sottobanco, trattative notturne e colpi di scena fino all’ultimo momento.
Due le liste in carica, che candidano due persone che fanno riferimento allo stesso partito (Il PD) e che fino a pochi mesi fa condividevano le riunioni della giunta guidata dal sindaco Ninni Riccio, uomo mite e per bene, messo da parte in questa tornata elettorale. Assente come il suo avversario del 2012, Mimmo Mercuri, altro stimato professionista e politico di alto livello.
E se saranno gli elettori a decidere, il prossimo 11 giugno, chi sarà il nuovo sindaco di Caulonia, tra l’attuale vice primo cittadino (e consigliere metropolitano) Caterina Belcastro, detta “Kety”, e il consigliere comunale uscente Franco Cagliuso, in attesa del responso della competizione elettorale, non possiamo non rilevare come ci sia già un vincitore assoluto di questa tornata, a Caulonia.
Si tratta del Pd ufficiale, quello della “nomenklatura”, dei bersaniani di ieri che diventano renziani di oggi, e degli acerrimi avversari fino all’altro giorno in consiglio comunale che diventano candidati di punta nella propria lista, con logiche rinvenibili solo nelle trattative di calciomercato, quando nel giro di 24 ore, le ultime 24 ore prima della chiusura delle liste, succede tutto e il contrario di tutto.
E, come nel calciomercato, la battaglia la vincono i procuratori, quelli più scaltri. Il “procuratore” di Kety Belcastro si chiama Nino De Gaetano, che insieme ai vertici del Pd reggino ha supportato una trattativa in cui la lista “Caulonia Città Futura” ha vinto la sua battaglia politica pre elettorale, prima inglobando gli ex dissidenti interni al Partito Democratico, poi, addirittura – e questo è un colpo delle ultime 24 ore alla Beppe Marotta – indebolendo ogni forma di dissenso elettorale, portando dalla propria sponda il consigliere uscente Domenico Campisi, di tradizione politica di centrodestra, e il pentastellato Rocco Femia, fino a ieri al lavoro per predisporre una lista capace di assicurare discontinuità e rinnovamento della classe politica cittadina.
Per la verità, proprio Femia, Campisi e il gruppo di “Insieme per Caulonia”, a inizio delle trattative sembravano già disposti a comporre una sola grande lista alle elezioni insieme al gruppo di Kety Belcastro. A una condizione, però: che si puntasse a un rinnovamento totale nelle candidature, tale da dare un chiaro segnale di discontinuità.
Un obiettivo che solo 48 ore fa sembrava abortito, tanto che “Insieme per Caulonia” proseguiva il dialogo con l’”Officina delle idee” di Cagliuso e Lia, arrivando a mettere sul piatto, per la conclusione dell’accordo elettorale, un candidato sindaco che fosse propria espressione, meglio se un volto nuovo della politica, con Franco Cagliuso che, forse sornione, osservava la scena.
E mentre 24 ore fa sembrava quasi fatta per la candidatura a sindaco di una giovane e stimata professionista attiva nel mondo dell’associazionismo, sostenuta da una lista frutto dell’accordo tra “Insieme per Caulonia” e l’Officina delle idee, il banco salta stamattina dopo una notte insonne, in cui, al termine di febbrili trattative, gli ex avversari passano alla corte di Kety.
Non ci riferiamo solo agli ex “eretici” di “Spazio Aperto” che da tempo avevano sotterrato l’ascia di guerra col Pd “ufficiale” (vedi Attilio Tucci) o Bruno Grenci (renziano della prima ora che aveva riposto in soffitta da tempo le catene e il megafono delle altisonanti proteste del passato) o la stessa Elisabetta Cannizzaro, candidata all’ultimo momento al posto di Grenci, per rimpinguare la presenza femminile in lista, ma gli ex avversari Rocco Femia e Domenico Campisi approdano nella lista della “zarina” del Pd che in caso di elezione diventerebbe ancora di più figura di primissimo piano nel panorama politico regionale.
Per la “scuderia Belcastro”, una vittoria politica indiscussa: prima ammansisce gli ex oppositori interni e poi toglie risorse umane a ogni ipotesi di concorrenza preordinata, così come il Beppe Marotta che acquista Higuain dal Napoli e Pjanic dalla Roma; per “Insieme per Caulonia”, a nostro modo di vedere, una sconfitta su tutti i fronti, visto che l’obiettivo di rinnovare la classe dirigente cittadina viene mortificato dall’approdo dei suoi due leader in una lista in cui si candidano, tra gli altri, il vicesindaco uscente (la Belcastro, appunto) e un assessore (Antonio Cavallo).
Ma la sconfitta più pesante è quella che adesso non si percepisce, almeno se non si va oltre la superficie: si tratta del progressivo allontanamento della gente comune, giovani e anziani per bene, dall’agone elettorale: come si fa a credere nella politica e nell’impegno in prima persona alle elezioni comunali dopo aver assistito a continui cambi di casacca frutto di trattative sottobanco?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Per ora rimane la competizione a due, con Cagliuso che candida il suo gruppo con i fedelissimi e che – almeno – non ha mai detto pubblicamente di voler perseguire l’ambizioso fine di rinnovare la politica locale e la sua classe dirigente. Vola basso e prova a dire la sua, scontrandosi con la corazzata che sostiene Kety Belcastro.
Agli elettori l’ultima parola il prossimo 11 giugno.