PLATI’ – Già se ne parlava venti giorni fa, mentre si attendeva il tanto atteso taglio del nastro, ‹‹è un tratto ancora troppo rischioso, le carreggiate sono strette e poi qui la gente arriva in velocità, speriamo di non dover iniziare a contare i morti››. Erano queste le parole pronunciate a denti stretti, frasi sciaguratamente profetiche, ma non è stata la velocità a determinare la morte di Saverio Zappia 45 anni, e il ferimento degli altri due uomini, il figlio e un operaio, che viaggiavano a bordo dell’Opel corsa station wagon, nell’incidente consumatosi questa mattina nella strada provinciale per Platì. A provocare l’assurdo impatto, tra l’automobile che viaggiava in direzione di Bovalino Marina e l’autobus, che secondo una prima ricostruzione della dinamica, pare fosse fermo al bordo della carreggiata in attesa di effettuare il cambio autista, sembrerebbe essere stata la luce abbagliante dei raggi solari. Da quanto riferito dai carabinieri del comando di Locri, i quali stanno indagando sulla dinamica dello scontro, risulterebbe che l’autobus al momento dell’impatto stesse sostando in una posizione non regolamentare, affermazione avvalorata dall’assenza nel tratto di una piazzola di sosta. A. Z alla guida dell’auto accecato dalla luce del sole si è, infatti, schiantato contro l’autobus, un incidente assurdo, le urla della madre, del povero quarantacinquenne, giunta subito dopo l’accaduto sul luogo dell’incidente, ripetevano la stessa frase ‹‹l’autobus non doveva stare lì – poi ancora – nessuna madre deve avere questa sorte››. Parole che fanno male e che entrano nel cuore, che ci ricordano l’insicurezza delle nostre strade, strade che percorriamo ogni giorno, per andare a lavoro, o per una semplice passeggiata, strade ricolme d’insidie anche quando vengono inaugurate per la prima volta, strade teoricamente sicure. Per i due compagni di viaggio di Saverio la sorte sembra sia stata più clemente, A. Z. figlio del quarantacinquenne deceduto, si trova invece ricoverato nel reparto di ortopedia di Locri, la sua prognosi è di 25 giorni. T.B., invece, è stato accompagnato con l’elisoccorso agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.
ADELINA B. SCORDA