di Adelina. B. Scorda
BIANCO – Sembrerebbe essere giunto al termine il quasi interminabile iter burocratico che ha interessato la riapertura del centro riabilitativo ex Afa-Reul di Bianco rilevato, circa sei mesi fa, dall’associazione Piccola Opera Papa Giovanni. Da settembre il centro potrà, riprendere a fornire tutte quelle prestazioni mediche, interrotte a causa del fallimento finanziario dell’Afa di Genova, di vitale importanza per gli oltre 100, piccoli, pazienti in cura.
L’ex centro Afa Reul, infatti, oltre a godere dell’accreditamento del servizio sanitario Nazionale fornisce ai bambini disabili, in particolari audiolesi e/o con problemi di comunicazione, provenienti da un territorio coincidente con quello dell’ex Asl n° 9 di Locri, da Monasterace e Palizzi, cure e trattamenti essenziali, prestazioni riabilitative, che comprendono terapie cognitive, logopediche, nonché assistenza medica specialistica (neuropsichiatrica e otorinolaringoiatrica). Un fiore all’occhiello per l’intero comune di Bianco, insieme al centro riabilitativo Medical & Psicology. Sarebbero infatti, conclusi, il ché garantirebbe, l’inaugurazione e la conseguente apertura nelle prime settimane del mese prossimo, gli ultimi adempimenti burocratici tra i quali il sopralluogo della commissione requisiti minimi, che ha dovuto valutare i requisiti strutturali e organizzativi del nuovo centro per bambini disabili, le certificazioni igienico sanitarie dei locali, da parte dell’ufficio di igiene e sanità pubblica di Siderno, e la documentazione da parte della commissione medica di Vibo. Un’attesa che ha, suo malgrado, causato non poche difficoltà a tutte quelle famiglie che non avrebbero avuto la possibilità di pagare le prestazione necessarie per far proseguire ai loro figli nei centri privati specializzarti le prestazioni mediche necessarie. Inoltre, le altre strutture presenti sul territorio, accreditate con il servizio sanitario nazionale, hanno, purtroppo, un numero limite di prestazioni da poter effettuare, saturazione che in questi mesi ha creato ulteriori disagi. Una vera e propria battaglia, quella iniziata a luglio de 2012, affinché il centro non venisse chiuso: ‹‹una lotta che noi come amministrazione comunale – ha spiegato Rodolfo Nucera – portata avanti e vinta soprattutto grazie all’impegno profuso da parte del presidente Scopelliti e del consigliere provinciale Pietro Crinò››. Una lotta, giocata fra le carte, iniziata oltre un anno fa e che troverà forse epilogo fra qualche settimana, un tempo che se osservato attraverso le coordinate politiche e burocratiche potrebbe apparire a prima “vista” alquanto breve, ma che diviene impagabilmente lungo quando si parla di cure mediche, ad esempio per patologie come l’autismo, e ancor più grave se a causa dell’interruzione delle cure in questione si genera una regressione dello sviluppo neuropsichico. Un esempio, questo, che spiega quanto a volte il tempo, né nemico, né tiranno, non vuole solo essere sprecato.