LOCRI – Argomento assai discusso perché muove le coscienze e le sensibilità di noi meridionali, è stato quello dibattuto intorno al Risorgimento italiano e alle altre verità, nell’incontro tra alunni ed esperti di storia che ha visto protagonista una scuola di Locri. Garibaldi e Cavour, il regno sabaudo e il regno delle due Sicilie, i borboni e i briganti, la questione meridionale e la coscienza politica delle nuove generazioni, il concetto di memoria storica e quello di verità storica: di tutto questo si è discusso ieri nell’Auditorium dell’Istituto Magistrale “Mazzini” di Locri, sede di presentazione del libro “Risorgimento italiano: Le altre verità” del Dott. Giulio Cesare Papandrea,cardiologo, primario ospedaliero, professore universitario che vive e lavora a Padova e a Monza, ma che non ha dimenticatole sue origini meridionali e gli insegnamenti umanistici ricevuti nella città di Locri. L’iniziativa, introdotta dalla vicaria, professoressa Girolama Polifroni, è proseguita con il prezioso intervento dell’onorevole Guido Laganà, già docente dell’Istituto Magistrale, il quale ha voluto tessere le lodi dello studioso del Risorgimento. A seguire, il docente di storia, prof. Maurizio Marino, ha introdotto il libro con una lezione sul significato di memoria, a cavallo tra le rimembranze leopardiane e La casa dei doganieri di Eugenio Montale, per poi concludere manifestando l’opportunità di una scuola capace di uscire dalla lezione frontale in aula per aprirsi al confronto col mondo, con la cultura, in una dimensione di scambio, dialogo, arricchimento. L’incontro è continuato con una vera e propria lectio magistralis tenuta dal dott. Papandrea, il quale ha regalato al pubblico la sua originale interpretazione del risorgimento italiano, desunta da un’attenta analisi di testi e fonti storiche. L’opera, partendo dal concetto preunitario di Italia, ripercorre le vicende e analizza i processi politici e sociali che portarono all’Unità d’Italia e alla progressiva spoliazione del Sud, considerato più con un’ottica coloniale che federale. Perfino il termine Meridionale sarà adoperato in accezione di marchio antropologico negativo contrapposto a Settentrionale, espressione di progresso, operosità, carattere positivo, invertendo in questo valori semantici universali: Daksima nel sanscrito e yamîn in ebraico designano sia la destra che il Sud e nella maggior parte delle lingue europee la destra è associata alla rettitudine, integrità morale, al lato positivo, mentre la sinistra è accostata agli aspetti negativi.
La Spoliazione sistematica, che Papandrea documenta molto bene, non fu solo di ordine materiale, ma il Mezzogiorno fu privato anche della sua “memoria vera”, della sua “anima” che aveva ispirato i viaggiatori del Grand Tour, fu ridotto a periferia disordinata, senza passato e senza futuro, con una sorta di Sindrome di Stoccolma nei confronti del Settentrione.
Giulio Cesare Papandrea partecipa con la sua opera alla ricostruzione di un Mezzogiorno più positivo e consapevole di sé.
Di notevole spessore culturale l’intervento degli studenti che hanno posto all’illustre ospite una serie di domande riguardanti principalmente il vero motivo che ha portato storici, politici e uomini di cultura a celare tante verità “scomode” che hanno contribuito a privare il meridione della sua ricchezza più grande: la memoria storica, la spiritualità.
A conclusione dell’intensa mattinata, alla quale hanno preso parte l’editore Franco Pancallo e tanti professionisti in rappresentanza della politica, dell’imprenditoria, dell’associazionismo e della cultura locale, i giovani studenti sono stati invitati a riporre nello studio le loro speranze di riscatto e a ricercare sempre con lealtà la verità nella certezza di essere gli eredi di una grande civiltà.