di Redazione
MONASTERACE – Una ricca serie di nuovi tesori archeologici appena restaurati e custoditi al museo dell’antica Kaulon. E’ quanto è stato esposto ieri pomeriggio dalla direttrice del museo Rossella Agostino alla folta delegazione di soci dell’Archeloclub di Locri, presieduta da Nicola Monteleone, nel corso di un incontro ad hoc.
SI tratta di reperti metallici, per lo più in bronzo, testimonianza dell’era greco-romana e legati alla celebrazione delle feste e al culto del dio Efesto che dopo essere stati rinvenuti sono stati rinvenuti, sono stati sottoposti a una paziente e meticolosa opera di restauro da parte della professionista del settore Villalba Mazzà.
E’ stata lei stessa a esporre i reperti «Arrivati – ha detto la Mazzà – in condizioni disastrate e sottoposti a tutti i trattamenti tesi a inibirei processi corrisivi tipici del bronzo».
Si tratta, tra gli altri, di uno spallacci, di punte di armi, elmi, specchi con statuarie figure umane a mo’ di manico e piccoli modelli di animali, più una tabella contenente 18 righe di invocazione a Zeus».
E se è stato sottolineato ancora una volta il proficuo rapporto di collaborazione tra l’Archeloclub e la Soprintendenza, non sono mancate alcune stoccate da parte della direttrice Agostino alle amministrazioni comunali «Che dovrebbero prendere esempio dall’Archeoclub per l’attenzione che rivolge al patrimonio archeologico della Locride» e alle istituzioni in genere.
«Fin quando il turismo archeologico internazionale si fermerà alla Galleria degli uffizi, sarà difficile fare conoscere l’enorme patrimonio che abbiamo nella Locride. Del resto, il museo dell’antica Kaulon, è un esempio lampante del mio assunto, conta sua architettura discutibile, la mancanza di climatizzazione e la scarsità di addetti: al momento ci lavorano quattro persone, ma ne servirebbero molte di più».
Alla fine, comunque, l’incontro è stato molto apprezzato, e il gruppo dei visitatori ha proseguito il giro soffermandosi su tutti gli altri reperti custoditi.