“Adesso basta. Abbiamo pazientato, aperto ampie linee di credito, ascoltato. Nulla è cambiato, se non in peggio. L’ospedale di Locri era di serie B ma ora è diventato da terzo mondo. È una vergogna dinanzi alla quale non si può più tacere, perché una cosa è il confronto politico, che richiede tempi anche lunghi, un’altra è rischiare di diventare complici di questo vero e proprio attentato alla salute dei cittadini, in spregio a un diritto costituzionalmente garantito”.
E’ quanto afferma Maria Grazia Laganà Fortugno, già deputata del Partito democratico, in relazione alla vicenda del nosocomio locrese e, più in generale, sulle pesanti criticità che affliggono la sanità nella Locride. “Io non ci sto – prosegue l’ex parlamentare – lotto con ogni mia energia contro la ‘ndrangheta, che ha strappato mio marito Franco all’affetto della mia famiglia. Franco aveva dedicato larghissima parte del suo impegno politico e sindacale, che abbracciava tutti i problemi del territorio, proprio alla sanità. E oggi, dando continuità alla sua testimonianza di vita, conduco una quotidiana battaglia per inculcare nei giovani il principio di legalità e il rifiuto dell’omertà. Ma non è omertosa una politica che accetta supinamente tutto questo e che non si ribella dinanzi alla catastrofica condizione nella quale versa l’unico presidio di sanità pubblica di un’area vastissima? Un ospedale allo sfascio – afferma Laganà Fortugno – nel quale, di fatto, non si riescono più a garantire i servizi minimi che uno spoke dovrebbe assicurare al proprio bacino d’utenza. Siamo arrivati al giro di boa della legislatura regionale. È finito il tempo delle riunioni in cui ci viene detto ai cittadini che hanno ragione, della storia dell’eredità del passato, degli alibi e delle promesse. Servono fatti, fatti concreti. Basta con le assemblee che si concludono con i “poi vedremo”, pretendiamo che gli impegni per Locri si trasformino in atti deliberativi da assumere “qui e ora”, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, della politica e delle parti sociali. In tal senso, – annuncia l’ex deputata del Pd – mi sto attivando in queste ore per chiedere al Presidente della Regione o un suo delegato, nonché al direttore generale dell’azienda sanitaria del territorio, un incontro al quale dovranno essere presenti anche le professionalità sanitarie e amministrative di supporto affinché gli impegni vengano assunti per iscritto e approvati con atti formali direttamente qui, a Locri. Ai cittadini non interessa nulla, ma proprio nulla, delle beghe che coinvolgono il dipartimento regionale Tutela della Salute e l’Ufficio del Commissario per l’attuazione del piano di rientro. Ma è evidente che il limite è stato superato in maniera ormai inaccettabile e irreversibile. Alla sconcertante logica di competizione con il dipartimento regionale – sottolinea Laganà Fortugno – si è aggiunta, all’interno dello stesso Ufficio, l’incompatibilità tra il Commissario e il suo vice, fino al colmo rappresentato dalle tensioni tra il Commissario e i Ministeri affiancanti. Credo che sia arrivato il momento di porre fine a questa che non è più una farsa ma una tragedia. La mancanza assoluta di risposte al territorio – conclude l’ex parlamentare – impone uno sforzo unitario delle proprie rappresentanze politiche, istituzionali e sindacali, con la guida volta a salvaguardare l’esistente e a restituire a Locri e al suo ospedale il minimo di decoro e dignità che può essere accettato. Siamo entrati in una fase nuova: il tempo e la capacità di sopportazione dei cittadini sono terminati. Locri e il suo ospedale sono piombate in un incubo dal quale dobbiamo uscire subito”.
Labecom
Locri, 3 luglio 2017