Nella seduta pubblica dell’Accademia Gioenia del 30 giugno, nell’emiciclo dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Catania, sono stati presentati i primi risultati dello studio a firma di B. Barbera, A. Duro, V. Piccione, M.A. Ragusa, V. Rapicavoli e V. Veneziano sulla Vulnerabilità Ambientale della Costa dei Gelsomini (Calabria).
La ricerca, sviluppata dal team del Dipartimento di Matematica e Informatica, diretto dalla prof.ssa M.A. Ragusa, e dal team del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, diretto dalla prof.ssa A. Duro, rientra in un più ampio programma CL.A.S.S. Clima Ambiente Salute Sviluppo Sostenibile coordinato dall&’Arch. Bruno Barbera.
Un programma che vedrà impegnate in Calabria team provenienti da prestigiosi centri di ricerca europei – Austria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Ungheria e che si prefigge di dotare la Calabria Ionica di Strumenti per la Tutela e Protezione degli Ecosistemi, dell’Uomo e dei suoi Beni e Valorizzazione delle Peculiarità Bio-Climato- Ambientali dei Territori.
Il laboratorio territoriale sarà la Costa dei Gelsomini e, nello specifico, i Comuni di Africo, Agnana Calabra, Antonimina, Ardore, Benestare, Bianco, Bivongi, Bova Marina, Bovalino, Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Camini, Canolo, Caraffa del Bianco, Careri, Casignana, Caulonia, Ciminà, Condofuri, Ferruzzano, Gerace, Gioiosa Ionica, Grotteria, Locri, Mammola, Marina di Gioiosa Ionica, Martone, Melito di Porto Salvo, Monasterace, Palizzi, Pazzano, Placanica, Platì, Portigliola, Riace, Roccella Ionica, Samo, San Giovanni di Gerace, San Lorenzo, San Luca, Sant’Agata del Bianco, Sant’Ilario dello Jonio, Siderno, Staiti, Stignano, Stilo.
Con la presentazione dei primi risultati i team dell’Ateneo catanese di fatto aprono i lavori del programma CL.A.S.S. caratterizzando il rischio desertificazione dei suddetti territori comunali applicando il protocollo MEDALUS – MEditerranean Desertification And Land USe. Uno studio che rappresenta un importante avanzamento delle conoscenze sul tema della perdita di fertilità dei suoli, tema già affrontato a scala regionale dall’ARPACal con il progetto internazionale Desertnet conclusosi con la pubblicazione della Carta del Rischio Desertificazione in Calabria (a cura di B. Barbera, R. Niccoli, V. Piccione) e nel 2004 eletta Carta ufficiale della Regione Calabria.
Lo studio mette a confronto 2 periodi – prima e seconda metà del XX secolo. I territori della Costa dei Gelsomini subiscono ai fini del rischio desertificazione un incremento contenuto della classe di rischio etichettata critico (da 45% a 47% di territori), più significativo della classe fragile (da 27% a 35%), più contenuto della classe potenziale (da 7% a 10%) e stazionario della classe non minacciato.
A scala comunale emerge uno scenario variegato del rischio con territori comunali che peggiorano (es. Locri), rimangono stabili (es. Caulonia) o peggiorano sensibilmente (es. Samo).
Passando ad una disamina dei macrofattori predisponenti, a fronte di un deterioramento della Qualità Climatica, le Qualità della Vegetazione e di Gestione del Territorio mitigano il rischio fra i due periodi.
La Baia, stando al trend climatico e all’immobilismo nelle azioni di prevenzione, si avvia purtroppo ad esaurire i “crediti” acquisiti fra i due periodi messi a confronto.
In assenza di azioni di manutenzione del territorio" i cambiamenti climatici in atto sul versante ionico reggino accelereranno l’incremento dei territori a rischio.