di Redazione
SIDERNO – Sabato 8 luglio alle 11 i cittadini di Siderno e di tutti i Comuni del comprensorio daranno vita a una grande manifestazione popolare per ottenere al bonifica dell’area dell’ex stabilimento BP, contenente una cospicua quantità di rifiuti potenzialmente dannosi per la salute.
Le adesioni giunte sono tante e, lo ripetiamo ancora una volta, anche il dibattito alimentato in questi giorni è molto ricco e partecipato.
Vale la pena, in questa sede, ripercorrere, sulla scorta dei documenti ufficiali che siano riusciti a reperire grazie alle nostre fonti, un breve excursus riguardante l’esigenza di mettere in sicurezza prima, e bonificare poi, l’area.
Nel mese di marzo del 2003, l’ufficio del Commissario Delegato per l’emergenza ambientale del territorio della Regione Calabria redigeva una relazione istruttoria, riguardante la messa in sicurezza del sito, dopo che «In data 20 febbraio 2003 in un incontro tra l’Ufficio del Commissario, l’ARPACAL, il P.M.P. di Reggio Calabria e il Nucleo Operativo Ecologico (N.O.E.) di Reggio Calabria, alla presenza di un rappresentante della Commissione Scientifica, è stato determinato di realizzare una messa in sicurezza urgente mediante l’allontanamento degli inquinanti e delle sostanze pericolose e di richiedere l’intervento di una ditta specializzata invitandola a produrre un’offerta e un piano di lavoro».
Tra le due offerte pervenute, venne scelta quella della Fenice SpA di Rivoli (To) per la migliore offerta e per aver presentato un piano di intervento che «riporta con maggiori dettagli le operazione che saranno svolte e denota una maggiore rispondenza procedurale ai criteri definiti dalla normativa vigente e dall’esigenza di salvaguardia della salute pubblica, degli operatori impiegati nell’intervento e dell’ambiente».
Qualche mese dopo, una successiva relazione tecnica, sempre del Commissario Delegato per L’emergenza Ambientale del Territorio, evidenziava che «In data 09/07/2003 è stato sottoscritto il verbale d’inizio lavori e immediatamente sono iniziate le attività previste dal Capitolato Speciale d’Appalto quali accantieramento, pulizia dell’area, organizzazione dei servizi, presidi antincendio, campionamento e successive analisi chimiche.
In seguito sono state avviate tutte le fasi operative mediante la movimentazione, trasporto dei materiale e lo smaltimento dei rifiuti.
Durante lo svolgimento dei lavori si è constatato che le quantità presunte previste per lo smaltimento dal progetto originario, pari a 300 t., sono state rapidamente raggiunte. Anzi, a seguito della pulizia dell’area, la quale è stata per lungo tempo inattiva incustodita e senza manutenzione con crescita di vegetazione spontanea, è emersa una notevole quantità di materiale da smaltire non valutabile precedentemente.
I materiali rinvenuti sotto la vegetazione sono costituiti da rifiuti metallici e da fusti contenenti sostanze pericolose ed altamente tossiche come comprovato dai certificati di analisi e dalle schede del prodotto in allegato alla presente relazione.
Lo stato di degrado dei contenitori metallici non ha consentito nessuna operazione di recupero ma solo lo smaltimento presso impianti autorizzati.
Le quantità asportate alla data del 14/08/2003 sono in totale pari a 549,80 ton Si è raggiunto questa quantità di smaltimento per la somma di una serie di rifiuti non valutati e non valutabili preliminarmente, quali materiale ferroso inquinato, tubazioni dismesse dal ciclo produttivo e d’incenerimento contenenti scorie nocive, reattori in metallo, caldaie dimesse, ceneri e scorie rinvenute all’interno delle caldaie e dei tubi.
Nella prima perizia di variante, le quantità ammesse sono passate dalle 300 ton. a 549,80 ton., di conseguenza il completamento va a contabilizzare la differenza tra il materiale ancora giacente e la quantità della perizia ton. eseguite sino al 14/08/2003 pari a 549,80.
La stima, ricavata dal numero dei fusti ancora giacenti e dal materiale prodotto dalle lavorazioni effettuate all’interno dell’area, s’incrementa, complessivamente a 1.410,90 ton. Con una quantità, ancora da smaltire, quindi, di 861,10 ton.».
Nel frattempo, l’ufficio bonifiche faceva presente al Commissario Delegato per l’emergenza Ambientale del Territorio che «Le problematiche emerse durante lo svolgimento dei lavori sono relative alla natura delle sostanze presenti nello stabilimento, in particolare per quelle depositate sotto la tettoia posta lungo il lato Nord dello stabilimento e per quelle contenute nel serbatoio orizzontale, posto in posizione centrale dell’area. Infatti molti contenitori sono fortemente degradati, quelli in metallo hanno perso esternamente le loro caratteristiche di consistenza e in passato si sono verificate fuoriuscite di materiale, con propagazione in atmosfera ed al suolo, di sostanze tossico-nocive.
Dalle analisi chimiche è emerso che le sostanze contenute in fusti appartengono alla categoria degli intermedi organici per l’industria farmaceutica, queste sono altamente tossiche e presentano caratteristiche di forte emanazione di gas nocivi.
Le operazioni di travaso, per il successivo deposito temporaneo in area da predisporre, possono provocare sicuramente l’emissione in atmosfera di gas molto pericolosi e di forti odori acri e irritanti, se non sono condotte con l’utilizzo di metodiche particolari e con l’ausilio di mezzi tecnici adeguati.
I bersagli sono costituiti dalle abitazioni poste in vicinanza e quindi con seguenti possibili problematiche di contaminazione a livello aerobico della popolazione e, per infiltrazione, della falda.
Pertanto è necessario intervenire mediante l’adozione di una metodologia tale da isolare la zona di lavorazione dall’ambiente circostante.
Il tipo di intervento, ad ultimazione dei lavori, prevede l’utilizzo di particolari apparecchiature, uno scrubber con camera depressurizzata, in grado di aspirare durante le fasi della movimentazione dei contenitori tutti i gas che eventualmente dovessero fuoriuscire.
Il costo stimato comprensivo di lavorazioni e smaltimento dei materiali è valutato intorno a 800.000,00 Euro».
Nel 2005, poi, una ulteriore comunicazione inviata all’Ufficio del Commissario Delegato per l’Emergenza ambientale sollecitata il completamento dei lavori di messa in sicurezza del sito.
Di seguito il testo integrale della comunicazione.
«Con la presente si vuole sottolineare il persistere di una situazione di pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente rappresentata dalla giacenza di sostanze pericolose all’interno dello Stabilimento “Laboratorio BP” ubicato nel territorio del comune di Siderno.
La condizione risulta aggravata a seguito del noto incidente dello sversamento di circa 8.000 lt. di una miscela di alcool butilico e isopropilico contenuta in uno dei serbatoi presenti sul sito.
L’intervento di messa in sicurezza d’emergenza, relativo all’incidente, effettuato da parte del Comune di Siderno, con il supporto di ARPACAL, è consistito in:
- – escavo della parte di suolo interessato dallo sversamento, circa 300 mc.;
- – abbancamento provvisorio della terra asportata in containers posizionati sull’area.
Tale attività ha sicuramente eliminato la fonte di inquinamento per il sottosuolo e la falda ma non ha concluso le procedure previste dalla normativa.
Permane, inoltre, per il mancato completamento della messa in sicurezza già effettuata dall’Ufficio, la pericolosità delle sostanze ancora presenti nell’impianto con il rischio del verificarsi di nuovi e più gravi incidenti.
L’Ufficio Bonifiche ha redatto, dal dicembre 2004, il progetto esecutivo di completamento e gli atti di gara ad oggi fermi per mancanza di fondi.
Ciò pone una serie di preoccupazioni sia per la salute dei cittadini residenti nelle zone limitrofe, sia per la salvaguardia delle matrici ambientali, nonché in relazione al ruolo e alle competenze di questo Ufficio.
Si sottolinea, quindi, la necessità di assumere determinazioni in merito per mettere definitivamente in sicurezza un’area ad alto rischio, avvalendosi eventualmente delle risorse derivate dalla riscossione della tariffa sui rifiuti quale anticipazione delle somme che verranno recuperate con la procedura in danno».
Dopo di allora, è iniziata una fase di sostanziale stallo dell’iter di messa in sicurezza, interrotto solo dalla riapertura del dibattito in consiglio comunale a Siderno, sulla spinta delle associazioni ecologiste e di quei soggetti come Sasà Albanese, Damocle Argirò, e i fratelli Enzo e Pino Ieraci, ai quali si sono aggiunti Franco Martino e gli attivisti dell’Osservatorio Cittadino Rifiuti e l’Osservatorio Ambientale “Diritto per la vita”, che ha visto il convinto sostegno del civico consesso e di tutta l’amministrazione comunale.
Ora, dopo le varie interlocuzioni con la Regione Calabria, si chiede di andare a completare la messa in sicurezza del sito e di procedere, sopratutto, alla bonifica dell’area.
E’ per questo che sono attese migliaia di persone alla manifestazione indetta per sabato 8 alle 11 si mattina nella piazza antistante il palazzo di città.