BIANCO – Inizia con le prime luci dell’alba la giornata dei manifestanti contro la chiusura del centro Afa-reul di Bianco, un Sit-in programmato in segno di protesta. Alle 6.30 iniziano ad arrivare le prime persone, ci si incontra tutti al bar all’entrata nord di Bianco, questo è il punto di raccolta da cui da qui a poco partirà il corteo che dalla via nazionale (la statale 106) proseguirà per via Europa fino a giungere davanti al centro Afa. Un’ora e mezza di attesa, ma alla fine si parte. Le forze dell’ordine sono presenti, a coordinare la manifestazione il dirigente del commissariato di Siderno Carmine Soriente e il dirigente del commissariato di Bovalino Gennaro Arcidiacono, a seguire l’ordine pubblico i carabinieri della compagnia di Bianco e il corpo di polizia di Bovalino e di Reggio Calabria. A dare il loro sostegno anche alcuni sindaci della Locride, come il sindaco Masino Mittiga di Bovalino, Pietro Crinò di Casignana, Giorgio Imperitura presidente dell’assemblea dei sindaci della Locride e Giuseppe Strangio presidente del comitato dei Sindaci. Scontata la presenza del primo cittadino di Bianco Antonio Scordino e di tutta l’amministrazione, tuttavia le presenze istituzionali, rinforzate dall’arrivo del consigliere provinciale Alessandra Polimeno e di Pierpaolo Zavettieri e in fine del consigliere regionale Giovanni Nucera, non hanno sopperito alla grave assenza di tutti i genitori dei bambini in cura al centro Afa-reul. Mentre si percorre il tratto di strada che condurrà i manifestanti davanti alle porte della struttura, c’è chi si sfoga e dice:‹‹è una vergogna, su cento bambini in cura ci sono solo venti genitori, vorrei tanto sapere dove sono finiti gli altri – queste sono le parole di Pina, presente solo per dare il suo sostegno – se non siamo compatti – prosegue – non possiamo ottenere nulla››. ‹‹Su quattro famiglie di Careri che hanno in cura i propri figli qui, c’è solo una a manifestare››, esordisce un’altra mamma. Una presenza che non rispecchia le aspettative, ma che nonostante tutto fa sentire la sua voce, come possiamo vedere. {youtube}rGmfFTyjj9g|640|480{/youtube} Si cammina, il passo è lento, nonostante i continui richiami da parte delle forze dell’ordine di accelerare, (la loro responsabilità in questi momenti è altissima)si cerca di prendere tempo, ma solo per farsi vedere. Nei loro slogan i manifestanti non possono far a meno di menzionare più e più volte il presidente regionale Giuseppe Scopelliti, le promesse fatte mesi fa alla presenza di una delegazione del comitato genitori utenti Afa e dell’amministrazione comunale, ad oggi risultano vane, i dipendenti sono ormai in cassa integrazione e le cure riabilitative sono ufficialmente cessate da circa una settimana. Ci avviciniamo a una signora lei è qui, per reclamare i diritti di suo figlio, mentre camminiamo insieme ci racconta: ‹‹i disturbi di mio figlio sono recuperabili totalmente, ma perché possa realmente essere così la continuità delle cure è indispensabile, e il blocco delle terapie costituisce per lui, ma come per ogni bambino in cura, un danno gravissimo››. L’interruzione, infatti, comprometterebbe i risultati raggiunti causandone il regresso. ‹‹Cosa facciamo se il centro chiude definitivamente? – riprende – cosa racconterò a mio figlio quando sarà più grande che non ho potuto curarlo perché non avevo i soldi per farlo? Andare in un centro a pagamento costa tantissimi soldi e molti di noi non possono permetterselo››. Sono le 10.30 del mattino, si precorrono due chilometri di strada, il corteo sta per concludersi. Siamo davanti al centro riabilitativo, giunge il momento per le rappresentanze istituzionali di esprimere il loro pensiero, la voce è unanime, ed è di conforto, si invitano i genitori a non disperare ‹‹insieme e uniti – afferma Giovanni Nucera – possiamo ottenere importanti risultati››. ‹‹Non ho motivo di credere – afferma il consigliere provinciale Alessandra Polimeno – che il presidente Scopelliti non rispetti gli impegni che ha preso con tutti voi››. Dal canto suo il sindaco Pietro Crinò ha chiesto al presidente della regione, con urgenza un incontro con un delegazione dei sindaci e con una rappresentanza del comitato genitori al fine di trovare una soluzione repentina al problema dell’Afa-reul. Un fronte comune, fra cittadinanza e istituzioni, una nuova speranza che si accende e mentre si parla di un prossimo incontro in piazza c’è chi da un lato chiede spiegazioni alla politica, diffidando ormai del suo ruolo, e chi dall’altro ringrazia per l’impegno e la vicinanza. {youtube}iCjoB_lD2Ag|640|480{/youtube}
ADELINA B. SCORDA