ANTONIMINA – Rilanciare le terme di Antonimina-Locri nel quadro di un progetto regionale teso a fare sistema sotto l’impulso di Federterme e Confindustria Calabria.
E’ questo il fine dell’incontro di stamattina che ha avuti luogo nella sede dello stabilimento di Bagni di Antonimina, al quale erano presenti i presidenti dei CdA delle terme della Sibaritide, di Caronte e di Galatro.
Nell’introdurre i lavori, il presidente del CdA delle Acque Sante Locresi Francesco Macrì ha dato subito la parola ai sindaci di Locri e Antonimina.
Per il Comune di Locri è intervenuto il vice sindaco Raffaele Sainato, in rappresentanza del primo cittadino Giovanni Calabrese, fuori sede per motivi di salute.
Nel confermare «Piena fiducia a Macrì e Zadotti, membri designati dal Comune di Locri nel CdA» Raffaele Sainato ha detto che «Riprendiamo il discorso col neo eletto sindaco di Antonimina Luciano Pelle, certo che il CdA saprà portare in tempi brevi nei rispettivi consigli comunali un progetto innovativo per il rilancio dello stabilimento, e invito il presidente Macrì a coinvolgere, per i prossimi appuntamenti, oltre alla Regione Calabria, anche la Città Metropolitana di Reggio Calabria col sindaco Giuseppe Falcomatà».
Il sindaco di Antonimina Luciano Pelle ha ripreso e sviluppato un suo progetto di dieci anni fa, del quale ha mostrato alcune diapositive, e che comprende un’area implementata con strutture sportive, ricettive e dedicate al benessere. «Cerchiamo – ha detto Pelle – di rendere il progetto operativo, anche se innanzitutto servono servizi e infrastrutture, per inserire le terme di Antonimina nei circuiti turistici, cercando di avvicinare gli investitori privati in un quadro di project financing per completare l’attuale stabilimento».
E se i presidenti dei CdA delle terme di Caronte (Cataldo) e Sibaritide (Lione) hanno tessuto le lodi dello stabilimento di Antonimina, sollecitando la Regione e la politica in genere a una presenza più vicina alle esigenze degli stabilimenti calabresi, il presidente delle terme di Galatro Panetta, ha rivendicato il merito di aver riportato la gestione e la proprietà pubblica del suo stabilimento, ammonendo i presenti sui rischi derivanti dall’affidamento ai privati delle terme. «Per noi – ha detto – è stata un’esperienza negativa e secondo me i Comuni devono rimanere nella gestione, anche perché noi abbiamo dovuto ricorrere allo sgombero coatto dello stabilimento e per recuperare alcune somme l’abbiamo potuto fare solo grazie a Equitalia».
Affermazioni, quelle di Panetta che per un attimo hanno fatto calare il gelo in sala, con Macrì che per uscire dall’impasse ha detto che «Credo che in Italia non ci sia, allo stato attuale, alcun ente pubblico capace di gestire autonomamente nulla».
Il funzionario regionale Frajia, in rappresentanza dell’assessore al ramo Barbalace, ha detto che «E’ stato appena istituito, sotto la regia del presidente Oliverio, un tavolo tecnico per creare un sistema delle terme di Calabria, sulla scorta di altre esperienze virtuose come quelle del Veneto. E’ giusto attrarre gli investimenti dei privati e io sono pronto fin da ora a portare in Regione le istanze che oggi mi verranno rappresentate».
Il presidente nazionale di Federterme Crudeli ha concluso i lavori, ricordando anzitutto che «E’ nel pieno iter parlamentare in commissione una legge di riordino del sistema termale italiano, di concerto col ministero della salute. Servono più risorse per la ricerca scientifica -ha detto Crudeli – e privatizzare non vuol dire svendere. Intanto seguiamo con attenzione queste innovazioni legislative in itinere ed è già un buon risultato il fatto che le cure termali siano state confermate tra i livelli essenziali di assistenza sanitaria, anche se le regioni devono fare la loro parte fino in fondo».