Di seguito alcune note stampa pervenute alla nostra redazione sulla vicenda dei licenziamenti di 129 operatori del call center di Locri:
di LOCRINASCE
La notizia che la società Engie voglia spostare la sua commessa dal Call & Call Lokroi di Locri a un call center in provincia di Lecce, lasciando 129 dipendenti della Locride senza lavoro, è un fulmine a ciel sereno. Il Movimento LocRinasce non intende entrare nelle logiche manageriali che inducono Engie a effettuare la suddetta manovra: purtroppo, sono ben note le motivazioni che spingono gli imprenditori a questi cambiamenti. LocRinasce rivolge l’appello alle Istituzioni territoriali e alle società di telemarketing che forniscono commesse al call center di Locri, affinché, prendendo adeguati provvedimenti, ognuno in funzione delle proprie competenze e responsabilità, possano evitare la prospettata riduzione di personale di Call &Call Lokroi. Le Istituzioni territoriali, soprattutto quelle che hanno responsabilità di governo della Regione e della Città Metropolitana, si dovrebbero attivare tempestivamente per impedire, con provvedimenti adeguati, l’ulteriore, insopportabile sottrazione di lavoro da una comunità che è già allo stremo. Il Movimento LocRinasce, con la presente nota, unisce il suo appello a quelli già rivolti da tutte le forze sociali e religiose presenti sul territorio che testimoniano la gravità del provvedimento in corso di attuazione. La mancanza di una soluzione alternativa a quella determinata da Engie getterà numerose famiglie nella disperazione e tutto questo non potrà essere socialmente metabolizzato in un territorio che fa registrare livelli di disoccupazione da terzo mondo.
di Fabio Guerriero (Uilcom)
Per la maggior parte di noi calabresi la speranza di trovare un lavoro è da sempre legata alla disponibilità alla migrazione.
Una di quelle rare volte che un imprenditore compie la scelta di investire nella nostra terra e lo fa individuando il territorio certamente più svantaggiato, la locride, assistiamo che questi imprenditori vengono lasciati soli anche da chi ha l’obbligo morale e civile di dare una speranza, un reddito ai giovani calabresi.
Sono troppe le aziende che per il tramite dell’ottimo lavoro svolto dalla proprietà e dal management di Call&Call (attiva nel settore del call center) hanno utilizzato il lavoro dei calabresi per avviare le loro massive campagne promozionali e di fidelizzazione clienti che hanno garantito loro grandi profitti lasciando a Call&Call ed ai calabresi solo poche briciole.
Oggi l’ennesima azienda decide di lasciare senza lavoro 129 donne e uomini calabresi senza, al momento, esplicitarne le ragioni.
Penso sia giunto il momento della responsabilità da parte di tutti. Di noi sindacati, dei cittadini calabresi e, non da ultime, delle istituzioni.
Oggi Engie (l’azienda che intende lasciare Locri) percepisce cospicue somme di denaro per attività svolte sul territorio italiano per conto del Ministero dell’Interno e del Ministero dello Sviluppo Economico.
Penso sia indispensabile che le richieste di mantenimento dei livelli occupazionali debba essere promosso non solo dai perdenti posto e dai loro delegati sindacali ma in primis da chi ha in mano la leva economica del Paese e della Regione.
La Calabria non può più essere terreno di conquista in occasione di agevolazioni occupazionali (spesso elargite senza nessuna valutazione sulla durata effettiva del beneficio introdotto) per poi essere lasciata al suo destino senza che nessuno ne porti la responsabilità.
Certamente per i lavoratori di Locri sarà un estate calda ma sappiano le aziende e le istituzioni che lo scotto di questa ulteriore probabile beffa, se non disinnescata, ricadrà su tutti e non solo su di noi lavoratori e sindacalisti, stanchi delle continue privazioni, occupazionali, economiche e sociali frutto di un secolo di sfruttamento del lavoro dei calabresi.
Fabio Guerriero
Segretario Regionale Generale
UIL COM Calabria
di Federica Roccisano – Assessore al Lavoro Regione Calabria
La scelta dell’azienda Engie nei confronti della sede operativa di Locri e dell’azienda Call&Call è una scelta che preoccupa è che mette in allarme un intero territorio per le gravi conseguenze economiche e sociali che gravano sui 129 lavoratori e lavoratrici e sulle loro famiglie. Come assessore al lavoro e insieme al Presidente della Giunta Regionale Oliverio stiamo seguendo il lavoro delle organizzazioni sindacali avverso il terzo committente che ha scelto di abbandonare la sede di Locri. Siamo al fianco dei lavoratori e metteremo in campo ogni azione utile per tutelare i loro posti di lavoro.
di Fratelli d’Italia -Alleanza Nazionale circolo di Locri
Il circolo locrese “Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale” lancia un appello alle Istituzioni e al presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, perché si attivi per evitare il licenziamento di 129 dipendenti dell’azienda call center Call & Call Lokroi, con la possibile conseguenza da qui a pochi mesi, anche di una battuta d’arresto delle attività che coinvolgono circa 350 dipendenti in totale.
Un’azienda che, per la città di Locri e tutto il comprensorio, in quanto molti i dipendenti delle aree limitrofe, da Bruzzano Zeffirio a Monasterace, con operatori anche del catanzarese e del soveratese, è vita ed era, fin’oggi, retribuzione regolare e garantita.
Siamo alle solite con un fallimento per l’economia del posto che comporterà risultati per alcuni disastrosi.
Troppo spesso abbiamo sentito parlare di legalità, cultura del lavoro, occupazione. Tante, troppe le manifestazioni con le bandiere, con gli slogan, ma adesso c’è un ennesimo problema in questa terra martoriata. E se pur sembra, stoltamente, che non coinvolga tutto il territorio, a perderci sarà tutta la Calabria, in termini economici, sociali e culturali.
Il nostro appello è rivolto alle Istituzioni preposte affinché si rivendichi il diritto al lavoro, come recita la nostra Costituzione: “L’Italia è un paese basato sul lavoro” ed è su questo principio che invochiamo l’aiuto per trovare una soluzione alternativa e non assistere fra due mesi al licenziamento collettivo di 129 uomini e donne, madri e padri di famiglia e giovani senza un futuro nella propria terra.