di Gianluca Albanese
GIOIOSA IONICA – «Come Pd lavoreremo per una legge quadro che possa dare la possibilità di incentivare e contribuire alla creazione di unioni di Comuni, lavorando sulla partecipazione. Il popolo deve essere protagonista di questo cambiamento perché certi temi devono uscire dagli apparati, magari ricorrendo a strumenti di democrazia diretta come i referendum. Tra sei mesi ci rivedremo qui e discuteremo della legge che presenteremo». Con questa solenne promessa, il consigliere regionale Nino De Gaetano ha concluso, dopo due ore e mezza di lungo e partecipato dibattito, la festa democratica di Gioiosa, dirottata nella sala consiliare dopo che le avverse condizioni meteo avevano reso problematica la prevista ubicazione in piazza Vittorio Veneto.
E così, al netto dell’assenza del sindaco di Mammola Antonio Longo (previsto nell’elenco dei relatori) e dell’iperbolica semplificazione dello stesso De Gaetano, che ha definito l’Unione Europea «Una grande unione di Comuni», l’obiettivo della festa è stato raggiunto: riaprire la discussione sul tema dell’unione dei Comuni della Vallata del Torbido, iniziata dieci anni fa e corroborata da uno studio di fattibilità a suo tempo commissionato, arenatasi dopo qualche tempo di fronte alle rivendicazioni e ai desiderata delle singole municipalità che in più di un’occasione manifestarono parecchie resistenze «Anche perchè – ha spiegato l’allora sindaco di Marina di Gioiosa Francesco Macrì – la normativa di allora imponeva dopo qualche anno la fusione dei singoli Comuni».
LE PREMESSE
La platea è folta ed eterogenea: non ci sono solo molti segretari di circolo – spicca però l’assenza dei segretari dei circoli da Locri in giù – ma anche i locresi Marando e Ravanese, l’ex sindaco di Caulonia Ilario Ammendolia e la leader locridea del movimento pro Renzi Elisabetta Cannizzaro.
Dopo i saluti di un giovane militante del circolo cittadino, Seby Romeo ha svolto, prima del suo intervento finale che ha preceduto le conclusioni di De Gaetano, le vesti di mero moderatore, dando il “la” a un dibattito in cui si è cercato di andare oltre la semplice resipiscenza per l’occasione sprecata dieci anni prima.
FRANCESCO MACRI’
L’ex sindaco ha compiuto un breve excursus storico della vicenda del 2003. «Ringrazio il Pd – ha detto in premessa- che ci permette di parlare di un tema assai dibattuto negli anni scorsi quando Gioiosa, Marina e Grotteria commissionarono uno studio di fattibilità che però non fu sufficiente a far concordare tutti su un’unica soluzione anche se la legge di allora imponeva dopo dieci anni la fusione dei comuni dell’Unione. Ragioni identitarie e pratiche impedirono di andare avanti. Gioiosa e Grotteria deliberarono l’unione di Comuni mentre Marina si fermò anche per la forte opposizione che si registrò in loco e che mi impedì da sindaco di accettare ipotesi di soluzioni a maggioranza. Sono contento però che se ne riparli. Chi non vede la vallata del Torbido come identità unica pecca di mancanza di capacità di analisi. È un territorio omogeneo e con sistema viario inadeguato all’attuale flusso di veicoli. È mancata nel 2003 una politica comprensoriale. Ognuno si fermava attorno ai problemi del proprio territorio. Se ci sarà una visione comprensoriale il tema della viabilità sarà uno dei problemi da affrontare subito. Anche la SGC Jonio-Tirreno andrebbe sfruttata meno: si arriva prima a Mammola che a Junchi. Tutte le prospettive e le opportunità di valorizzare mare e montagna possono essere meglio interpretate da una struttura più ampia rispetto a un singolo comune. Abbiamo un sacco di fonti inutilizzate. Mettere in rete i vari monumenti dei paesi è un’altra grande idea per una struttura unitaria visto che oggi non siamo più vincolati a una futura fusione. In quest’ottica anche i dirigenti dei comuni giocano un ruolo importante. Così come è importante che sia un partito politico a farsi carico della riapertura di un dibattito sul tema, coinvolgendo tutti i centri della discussione e della cultura della zona. Questo – ha concluso – è un grande banco di prova per dimostrare l’utilità della politica».
VINCENZO LOIERO
L’assessore provinciale è andato al di là, proponendo di includere Siderno nella prospettiva di unione dei Comuni della vallata del Torbido. «La discussione di stasera – ha detto – mi evoca vecchi ricordi di un periodo in cui ci spendemmo molto per l’idea. All’epoca Mammola fece una questione pregiudiziale perché sede della comunità montana, spalleggiata in questo da Martone. Ci si soffermò troppo sulla sede di Unione e Consiglio anche se furono questioni che si riuscirono a superare durante la discussione dello studio di fattibilità che individuò anche i servizi da affidare all’unione, dalla tesoreria unica alla raccolta dei rifiuti, passando per gli espropri, deliberando a Grotteria e Gioiosa la convenzione e lo statuto. Avevamo anche quattro milioni di finanziamenti su progetti per il Naniglio, l’autoporto e la pista ciclabile del Torbido. Ora è la legge che impone l’unione dei Comuni. Oggi propongo di inserire Siderno visto che è quasi conurbata con Grotteria Mare che farebbe arrivare l’unione a 45.000 abitanti visto che oggi i fondi comunitari sono destinati a comuni che si uniscono. La stessa città metropolitana dello Stretto – ha aggiunto – sarà un handicap per la nostra zona perché non abbiamo nulla in comune con Reggio e il suo hinterland e poi ricordo che il 30% dei comuni può opporsi all’area metropolitana e quindi tutto è ancora in divenire. Dobbiamo abbattere gli steccati e guardare oltre gli stessi».
PIETRO FUDA
L’ex senatore, fedele al proprio credo pragmatico, in virtù del quale “la pratica rompe la grammatica” ha cercato di andare al di là della vallata del Torbido, pensando, sulla scorta di quella che sarà l’importanza del completamento della nuova statale 106 a un progetto unitario capace di coinvolgere tutta la Locride. «I tempi – ha detto – sono maturi per recuperare i ritardi. Possiamo pensare anche oltre alla vallata se si parla di positività. Anche la nuova 106 può essere l’occasione per individuare nuove aree di particolare valenza strategica per ipotesi di sviluppo che vadano oltre la mera Unione di Comuni, già prefigurate nei decenni passati addirittura dal Cipe. Serve coordinarsi con Provincia e Regione visto che l’asse città nei progetti comunitari va riconosciuta anche a determinate grandi aree omogenee di comuni creando dei veri e propri poli e senza le risorse comunitarie – ha concluso – non si va da nessuna parte».
SALVATORE FUDA
Il sindaco non ha risparmiato una certa autocritica, sposando però il progetto di unione dei Comuni. «In un momento di scarsità di risorse si va verso la tendenza all’accorpamento che appare oggi irreversibile. Noi – ha proseguito – dobbiamo essere capaci di interpretare e fare nostra questa tendenza perché lo sviluppo reale del territorio si lega inevitabilmente alle risorse comunitarie. Dobbiamo andare oltre alla solita incapacità di capire l’importanza di certi momenti: nella vallata del Torbido oggi si va verso la redazione di piani strutturali diversi e questa è una follia anche se i paesi sono di fatto uniti. Dobbiamo superare questi errori politici. Anche la partita sulla depurazione e’ stata giocata male non riuscendo a ragionare in termini di sistema depurativo della vallata che va oltre a quella del mero depuratore consortile. Non dobbiamo annullare le varie identità ma rendere i comuni più forti attraverso l’unione che va verso lo sviluppo. Viabilità, depurazione e turismo sono i beni comuni del territorio indispensabili verso lo sviluppo».
GIORGIO IMPERITURA
Il decano dei sindaci del comprensorio, nonché presidente dell’assemblea di AssoComuni ha detto che «Il tema è stato toccato più volte anche nell’assemblea di AssoComuni. È vero che siamo tutti consapevoli dalla necessità di camminare insieme ma a volte si innescano meccanismi che vanno in direzione opposta. Forse dieci anni fa la prospettiva fu veicolata male. Noi a Martone abbiamo sei servizi associati con San Giovanni di Gerace e noi risparmiamo la metà. Se il Pd propone una normativa regionale sulle normative di riordino degli organismi regionali poi bisogna ricordare che l’unione delle autonomie locali integrate non funziona e che ci sono ancora troppi enti e organismi inutili».
IL DIBATTITO
Molti gli interventi che si sono registrati, tra cui quelli di Ilario Ammendolia, Maria Grazia Messineo e Riccardo Modafferi. Qualcuno tra il pubblico parla di «Riunione inconcludente perchè non si è parlato abbastanza della vallata del Torbido», mentre altri si concentrano sulle vicende nazionali «Con Violante – ha detto uno storico militante del Pd gioiosano – che parla di grazia a Berlusconi dopo aver mandato in esilio Craxi»
SEBY ROMEO
La sua sintesi è stata abbastanza efficace, prima delle conclusioni e dell’impegno preso da De Gaetano. «Puntavamo – ha detto – a riaprire la discussione sul tema e siamo riusciti in questo intento iniziale. L’incontro di stasera non aveva la pretesa di essere esaustivo. Laddove le unioni comunali si sono realizzate sono riuscite a realizzare i propri obiettivi in termini di governance e razionalizzazione dei costi. Dobbiamo abolire gli enti inutili e andare oltre a una città metropolitana in cui il sindaco di Reggio è il dominus di tutta la Provincia. Noi lanciamo tre idee per la Provincia: un tavolo di coordinamento delle autonomie locali, la necessità dell’intervento pubblico nella gestione dei servizi e un dialogo costante tra partiti e territori per il bene della comunità».
Per oggi va bene così: si è discusso apertis verbis e su un tema concreto e interessante, uscendo dalla solita autoreferenzialità che ha caratterizzato le feste organizzate da altri circoli della zona. E di questi tempi non è affatto scontato.