DI SEGUITO LA NOTA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA GIUSEPPE RAFFA
“Per capire Polsi bisogna vivere i suoi momenti più importanti”. Lo afferma il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa per il quale “il grande momento di partecipazione d’inizio di settembre conferma quanto siano profonde le radici della fede cristiana e del culto Mariano.
Questo luogo dell’Aspromonte è un crocevia dove s’incontrano gli elementi più importanti e genuini di un popolo che anche grazie all’applicazione concreta della fede affronta con spirito sereno gli atavici disagi dello stato di arretratezza strutturale provocato dalle scelte centraliste dei governi che si sono succeduti dall’Unità d’Italia ad oggi. Polsi è una terra dove si rinverdiscono anche le nostre tradizioni popolari, il nostro folclore, il modo di stare assieme di comunità cattoliche e laiche che, con l’orgoglio dell’appartenenza, fanno di questo luogo un importante punto di riferimento. Attorno al santuario della Madonna della montagna, anche quest’anno, il fatto più significativo è stato la presenza dei giovani, di famiglie con i figlioletti al seguito. La preghiera, in chiesa o lungo la processione della statua della Madonna, il ballo della tarantella che coinvolge ragazzi di ambo i sessi, fanno parte di una tradizione che resiste alla postmodernità che, giorno dopo giorno, rischia di tranciare le radici culturali del nostro passato. Tanti giovani abbiamo visto nella notte che ha preceduto l’odierna festa in un’attesa fatta di sacrificio: dormendo sulle auto in sosta, lontano da telefonici e Ipad vivendo quella dimensione umana che le moderne tecnologie allontanano sempre di più dal nostro cammino futuro. E’ anche questo il vero miracolo di Polsi: un sito, purtroppo, oltraggiato dagli stereotipi negativi che accreditano l’errata convinzione che questo sia un luogo di ‘ndrangheta. Ed è ingiusto, oltre che non veritiero – come ha sottolineato il vescovo di Locri nel corso dell’odierna omelia – che “ tanta gente che, non ha la sensibilità del sacro e la delicatezza di una fede vera, ricama sopra questa triste realtà, costruendo castelli di assurda connivenza della Chiesa con la criminalità organizzata”. A difendere Polsi da queste infamanti accuse è la grande partecipazione popolare che smentisce detrattori lontani e falsi profeti di casa nostra. L’uomo non può fare a meno della sua fede, della religiosità e Polsi continua a dimostrarlo, ricordando quanto sia importante, in un momento di crisi come quello attuale, la solidarietà e la voglia di comunità per la sopravvivenza della nostra identità culturale. Polsi dimostra sempre di più la sua vera immagine e continua a recuperare il posto che merita nel contesto dei luoghi di culto Mariano. La tenacia e il coraggio del vescovo Giuseppe Fiorini Morosini e l’infaticabile opera di don Pino Strangio frantumano, uno dietro l’altro, gli stereotipi negativi, i pregiudizi smascherando i nemici di questa realtà. Il forte appello del vescovo che richiama tutti noi ad una vita sobria, improntata sui dettami del Vangelo e l’invito ad una pacificazione deponendo le armi devono rappresentate per tutti noi lo stimolo a superare le logiche della contrapposizione per esprimere invece quelle sinergie positive di cui la nostra terra ne ha fortemente bisogno
Adesso bisogna valorizzare le potenzialità di questo luogo sacro che deve diventare il baricentro di una rete del turismo religioso che senza dimenticare le radici profonde della fede diventi una grande opportunità di crescita economica. Lo sforzo attuato della Chiesa non può essere ignorato e adeguatamente supportato dalla politica e dalla istituzioni territoriali. E anche questa la vera sfida della Calabria che necessita di programmi e scelte in grado di concretizzare un percorso di pacificazione sociale e di crescita economica. Come non essere d’accordo con Mons. Giuseppe Fiorini Morosini – come ha fatto oggi nella sua omelia – quando indica “Polsi arma della speranza per non soccombere dinanzi ai mali endemici della nostra terra, ma per sconfiggerli”.