di Simona Ansani
ROCCELLA JONICA – L’allarme è scattato intorno alle ore 20.10 del due settembre, quando il velivolo della Guardia Costiera Manta 10 – 02, decollato dalla base Aerea di Catania, intercettava a circa 100 miglia dalla costa jonica calabrese, un’imbarcazione di 10 metri con migranti a bordo. Appresa la notizia, il Reparto Operativo del 5° M.R.S.C. della Direzione Marittima di Reggio Calabria disponeva l’immediato invio delle motovedette CP 308 di Roccella Jonica e CP 321 di Crotone. Alle ore 00.20 del 3 settembre, la CP 308 intercettava l’unità segnalata e procedeva al trasbordo dei 32 migranti a bordo dell’unità di soccorso, procedendo successivamente al rientro nel porto di Roccella Jonica. Alle ore 5 circa la motovedetta CP 308, scortata dalla CP 321, giungeva nel porto di Roccella Jonica dove si procedeva allo sbarco dei migranti. Tutto come un film quasi già visto, dove ormai anche i personaggi sembrano essere forse gli stessi. Con quest’ultimo evento sale a 48 il numero degli sbarchi che hanno interessato la Calabria dall’inizio di quest’anno, di cui ben 13 riguardanti la zona jonica della locride. Ma allora cosa sembra essere diverso ogni volta? Di sicuro i volti, gli sguardi, anche le cifre da pagare per poter venire in Italia, per un viaggio senza garanzie. E mentre i trentadue vengono trasportati nella scuola elementare di Via Carrera, la macchina operativa dei volontari si trasferisce dal Porto delle Grazie ai locali scolastici. Quante storie che si intrecciano, storie apparentemente diverse, ma che si fondono quando i migranti giungono sulle nostre coste e una volta sbarcati, fanno affidamento sull’operato dei tanti volontari delle associazioni come la Protezione Civile Aniello Ursino o la Croce Rossa. Attimi che si protraggono per settimane, di vita vissuta insieme. Soprattutto con le donne, ci si scambiano sorrisi che valgono più di tante parole, sorrisi di complicità tutta al femminile. C’è chi racconta come trascorreva la propria vita in Siria, chi descrive la professione lavorativa, dal venditore di frutta al mercante di oggetti. E poi a far scappare più di una lacrima, l’evento più unico al mondo. La nascita di una piccola creaturina, una femminuccia. Lei è Aniella, come il nome dell’associazione Aniello Ursino, una vita che racchiude tutto e tanto. Un futuro di speranza in una nuova terra, la Calabria.