di Pasquale Aiello*
In questi giorni si fa un gran parlare, a proposito della vicenda migranti di Caulonia. Seguendo la discussione sui quotidiani, pare che si stia rischiando di perdere un cospicuo finanziamento per un progetto di accoglienza gestito da una associazione locale che avrebbe dato lavoro a diversi giovani del luogo.
Si rimbalzano la palla delle responsabilità, la neosindaca e l’ex sindaco di Caulonia riguardo all’assegnazione o meno dei locali del Comune che avrebbero dovuto ospitare 50 minori non accompagnati. Ognuno cerca di far valere le proprie ragioni, probabilmente accompagnate anche se velatamente, da interessi politici.
Tutti, aldilà delle appartenenze, solidarizzano, e sicuramente anche il sottoscritto, con i 40 giovani che rimarrebbero disoccupati. E questo è un grosso problema, in tempi di crisi e in una zona, la Locride, fortemente depressa. Ma a me, da semplice cittadino e più in generale, perché il problema è diffuso, viene da domandarmi anche: “E con i giovani migranti che sono sballottati da un centro all’altro, senza niente e nessuno, come pacchi postali, senza futuro, senza famiglia e la dignità maltrattata. Con loro chi solidarizza? Tutti a rivendicare, in modo sacrosanto, il diritto al lavoro, tutti a giustificarsi per il proprio operato, tutti che pensano soltanto a sistemare parenti e amici… e loro”?
Sicuramente mi sbaglierò, ma francamente, non mi sembra di poter constatare molti atteggiamenti di solidarietà umana o leggere tante parole di sostegno nei confronti di questa gente, adulti o minori che siano, fuggiti da guerra e fame. Loro sono diventati, ormai, solamente merce di scambio. Che ben venga la vera accettazione, quella intrisa di umanità e fratellanza, e con essa anche, perché no, qualche posto di lavoro. Ma pensare, come da qualche parte è avvenuto o sta avvenendo, di anteporre il profitto o peggio lucrare sulla pelle di nostri simili in stato di bisogno, questo no. La percezione è che la parabola della “vera accoglienza” è entrata nella fase del business, molti soldi e tanti interessi gravitano, ormai, intorno al fenomeno. Per tutto ciò penso, in modo del tutto sincero, che si stia delineando, per una infinità di motivi, il fallimento dello stato e probabilmente anche nostro e della società civile.