LOCRI – «Il popolo andrebbe educato alla sensibilità»; e poi «E’ utile educare alla complessità». Sono solo due degli spunti di riflessione emersi dalla presentazione del libro “Varietà” un taccuino giornalistico con interviste, ritratti, recensioni, approfondimenti, ricerche su costume, società e spettacolo nell’Italia fra gli anni ’80 e ’90 (Marna) scritto dal docente di Storia e Filosofia, musicista, poeta e scrittore Claudio Sottocornola, conosciuto come “Il filosofo del pop”, che ha avuto luogo ieri sera nella corte del Palazzo di Città.
La manifestazione, organizzata dall’Archeoclub di Locri col patrocinio dell’amministrazione comunale ha offerto molti argomenti interessanti, conciliando profonde e impegnative riflessioni filosofiche con valutazioni sull’arte e la cultura “Pop” e la sua «Gloria come trascendere dell’essenza», per usare proprio le parole di Sottocornola.
Ha introdotto i lavori il presidente dell’Archeoclub Nicola Monteleone, che nel ringraziare i presenti, l’autore e le relatrici, ha evidenziato come «La serata odierna si discosta dalle consuete attività del club, ma abbiamo inteso cogliere al volo l’occasione per ospitare un grande autore e assistere a una vera e propria “lectio magistralis” su questioni così sentite».
«Intelligente e innovativo», così l’esponente dell’Archeoclub Carmelita Mittoro Cilea ha definito Sottocornola nel presentarlo, aggiungendo che «Da docente, condivido e apprezzo l’approccio ermeneutico ai testi delle canzoni che svolge insieme ai suoi alunni, non disdegnando nemmeno di ricorrere a lezioni/concerti. E poi mi piace la sua definizione degli anni ’80 come “anni di corsa” e la sua critica della scuola attuale definita troppo “burocratica”».
Quindi, è stato l’autore a relazionare a lungo, dopo aver premesso che «La musica e la poesia mi aiutano nell’esprimere la mia visione del mondo».
Sottocornola ha spiegato che «Il libro è una raccolta di vecchie interviste del periodo 1989/1994 pubblicate su vari giornali e che evidenziano come buona parte della cultura del ‘900 sia stata espressa attraverso musica, Tv e cinema».
Non è mancata una riflessione antropologica sul fenomeno del divismo, prima di sottoporsi alle incalzanti domande poste da Maria Antonella Gozzi, animatrice del movimento letterario “MAG – La ladra di libri”, alle quali Sottocornola ha risposto in maniera esauriente, sia attraverso le considerazioni citate nella parte iniziale dell’articolo, sia con altre valutazioni, non ultima quella relativa al fatto che «I giovani d’oggi sono sovraesposti alle immagini senza sviluppare spunti critici», o, riferendosi al concetto di “pop”, l’autore lo ha definito «La grande cultura della vita: Omero, Shakespeare e Verdi erano “pop”», non disdegnando ,inoltre, una amara comparazione tra la società attuale e quella degli anni ’60 «In cui la società era corale, e godeva dell’ottimismo instillato dal primo benessere del boom economico», fino a esprimersi su mostri sacri come Lucio Battisti, Anna Magnani, Mogol e perfino sui rapper italiani contemporanei.
«Tutte le forme d’arte – ha dichiarato – e tutti i generi musicali, letterari e cinematografici vanno rispettati e guardati senza pregiudizi, perché in ogni genere ci sono punte di alta qualità e anche esempi di opere meno valide».