(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- L’ennesimo sit-in di protesta per rivendicare ancora una volta la salvaguardia del diritto alla salute, la necessità di adeguate prestazioni sanitarie contro il taglio ai servizi e sblocco del turn over contro la carenza di personale.
Dunque una sanità a misura del cittadino è quanto è stato chiesto a più voci questa mattina, e non è un caso che per il sit in di protesta, organizzato dalla FSI-USAE, sia stato scelto l’ingresso del reparto di Ortopedia. Uno dei tanti reparti al collasso (come Radiologia, Medicina, Nefrologia e Pediatria) a rischio chiusura, con gravi carenze di personale e ridotto solo a tre unità mediche, causa inevitabile dello smantellamento e declassamento dell’unico presidio sanitario del territorio.
Sette il numero dei pazienti ricoverati allo stato attuale in Ortopedia, in situazioni diventate oramai gravose e insostenibili e anche questa mattina, nessun medico di turno, solo alle 10,30 uno specialista proveniente dall’Ospedale di Melito, dopo un ordine di servizio inoltrato qualche ora prima.
<<Abbiamo pazienti che da giorni attendono di essere operati-ha chiosato il personale infermieristico. Uno dei medici in servizio, dopo aver lavorato 7 giorni su 7, coprendo il turno anche di questa notte, questa mattina ha avuto un malore. I parenti dei pazienti ci aggrediscono, però purtroppo noi non possiamo sostituirci ai medici e assumerci questa responsabilità. Si fa uno scarica barile. I medici di Melito sono in ferie, l’Ospedale di Polistena non ne manda altri e l’accordo preso con Brancati non è stato rispettato. Perché mandare l’Ospedale di Locri a rotoli?>>.
<<I pazienti sono abbandonati a sé stessi–hanno poi tuonato i familiari presenti questa mattina- non possiamo andare avanti così e il personale infermieristico da solo non basta ad assisterli, servono i medici. Bisogna prendere provvedimenti. Non tutti possiamo permetterci di trasferire i nostri familiari in altri presidi>>.
A spiegare a Lente Locale le motivazioni del sit in, è stata la segretaria territoriale FSI-USAE, Emanuela Barbuto <<Abbiamo voluto fortemente questa manifestazione per rivendicare ancora una volta il diritto alla salute che di fatto viene negato attraverso la mancanza di offerta sanitaria, per dare voce ai cittadini e lavoratori costretti a sacrifici enormi per colmare i vuoti dell’azienda e che continuano a subire sulla propria pelle, le inefficienze di un sistema deputato ad erogare salute ormai allo sfascio. L’ospedale di Locri-ha spiegato- che rappresenta la realtà più grande dell’Asp di Reggio Calabria, è stato nel tempo progressivamente spogliato di tutte le risorse e non ha ricevuto quella linfa necessaria a mantenere il ruolo di Ospedale Spoke per cui è stato concepito, un ruolo che ancora oggi rimane soltanto sulla carta. Diversi i reparti dismessi, come Otorino, Oculistica, Geriatria, tanto che continua l’opera di ridimensionamento a causa della grave carenza di personale che mette in discussione la garanzia dei Lea, negando di fatto il diritto alla salute dei cittadini>>.
E a proposito del reparto di Ortopedia, la Barbuto ha specificato come da tempo, la FSI avesse lanciato l’allarme con documenti indirizzati proprio ai diretti vertici aziendali, per denunciare la grave carenza di personale medico, rimasta qualche giorno fa, priva della figura dello specialista <<E oggi, si è verificata la medesima grave situazione, nessun medico di turno, mentre solo alle 10,30 è arrivato lo specialista ortopedico dall’Ospedale di Melito, al quale era stato inoltrato un ordine di servizio poche ore prima. Si continua ad operare attraverso l’adozione di provvedimenti tampone, con spostamento di risorse umane da una struttura all’altra, con ordini di servizio adottati e revocati il giorno seguente, nella totale inefficienza organizzativa, nella mancanza di rispetto delle regole, senza una vera programmazione. Intanto, i pazienti bisognosi di cure continuano a subire disagi e sono costretti a rivolgersi ad altre strutture. La situazione in cui versa L’U.O. di Ortopedia ridotta all’esiguo numero di solo tre unità mediche non è isolata, perché riguarda anche altri reparti e servizi, quali Radiologia, Medicina, Nefrologia e Pediatria, a rischio chiusura proprio per carenza di personale. La situazione è divenuta intollerabile, servono risposte immediate e concrete. Chiediamo che sia data esecuzione reale allo sblocco del turn over per porre fine alla carenza di personale e al grave caos in cui l’Asp di Reggio Calabria si trova da tempo e che sta portando alla paralisi di tutto il sistema salute. Chiediamo inoltre, una sanità universale, che sia a misura del cittadino e alla portata di tutti senza distinzioni, contro i tagli ai servizi e a favore dell’aumento delle prestazioni sanitarie>>.
DI SEGUITO ALCUNI PASSAGGI DEL SIT-IN