GIOIOSA IONICA – La mostra d’arte “Oysìa – contemporary, colori e luci” si è guadagnata la scena gioiosana. La sua ideatrice, Sara Parlongo, ha esordito davanti ad un parterre di tutto rispetto giocando le sue carte stagionali: la modernità delle opere, lo charme artistico di Antonio Caracciolo e il bergò di Mommo Zito.
Per la presentazioni della bibita analcolica che esalta il bergamotto sono intervenuti il brillante agronomo Francesco Tassone, la spigliata nutrizionista Maria Elena Caridi e il dottor Vincenzo Montemurro, le cui esperienze professionali vanno oltre la cardiologia. A presentare il prodotto naturale, eccellenza di Calabria, c’era Vittorio Caminiti, presidente dell’Accademia e del Museo del bergamotto di Reggio Calabria. L’intervento di Orazio Violante, presidente del Lions di Roccella, è stato utile a riconoscere i vari interessi del rinomato club attivo in tutto il mondo e all’interno del quale Zito è stato nominato responsabile dell’ottava circoscrizione, incaricato della tutela del consumatore e del prodotto made in Calabria.
L’arte l’ha comunque fatta da padrona anche prima del taglio del nastro della mostra che si snoda sui palazzi Mantegna e Amaduri. Le cornici hanno danzato insieme alle alunne della scuola di Renata Galea e sulle note del maestro Giovanni Curinga mentre ospite d’onore è stato Adriano Fida, l’artista rosarnese omaggiato dalla professoressa Parlongo in onore degli ultimi successi ottenuti. Fida ha già incantato il pubblico della biennale con la sua tela fotografica di grande suggestione emotiva. Ora la sua opera ha guadagnato la centralità di una delle stanze del tempo che fanno vivere il centro storico di Gioiosa Jonica, dove la sintesi del contemporaneo sta regalando emozioni racchiuse in schizzi, oggetti, sculture e installazioni. Il realismo metaforico di Giovanbattista Circosta, la sua tendenza ad andare oltre il quadro ci permette una riflessione intensa, così come le scomposizioni di Vincenzo Abussi ci regalano ordine e scompiglio allo stesso tempo. L’arte in rosa non è solo quella di Rosi Nesci ma incantano il pubblico anche i temi di Annamaria Brugnano e Lorena Chiarcos. Essenziale e profondo si presenta Francesco Chiodo, sulla tela, mentre Domenico Reale e Antonio Salvatore Maio si impossessano dello spazio attraverso la “leggerezza” del ferro lavorato con maestria. La pop art di Claudio Burei è colore, l’espressione di Domenico Papalia suscita altro stupore. Sono tanti altri, già citati, i partecipanti e il flusso di visitatori sta dando ragione anche al sindaco Salvatore Fuda che ha investito con entusiasmo ed interesse nel progetto “La Ruota della Memoria”.