di Domenico Savica
ARDORE – La mia casa in campagna è in zona chiamata, Pietra Zomita, comune di Ardore, nella parte più alta della collina. L’amore per la campagna, per il silenzio per la tranquilità, per la solitudine mi porta quasi ogni giorno a raggiungerla, percorrendo la stradina comunale “Contrade Giudeo” i pensieri si rincorrono nella mia mente e mi raccontano le cose, circondato dai fiori, il verde, le arance sugli alberi, i limoni , un odore di grande intensità che mi accompagna durante il breve viaggio, predomina il profumo della terra e mi tiene compagnia fino a raggiungere la casa in cima alla collina. In fondo al viale in una curva a gomito, esiste una casa che man mano che passavo vedevo sempre cambiare nella struttura, diventando sempre più bella. Di tanto in tanto vedevo un uomo, in questa grande proprietà che lavorava a quella terra con tanto amore, con tanta semplicità, nella solitudine del silenzio invadente, e questo terreno diventava un giardino con le sue stagioni, con le sue coltivazioni. Passando salutavo l’uomo chiamandolo compare, e davvero siamo compari, ed io ho sempre ammirato la sua tenacia. La mia timidezza mi ha impedito sempre di fermarmi, ma il mio pensiero, la mia fantasia volavano nella mia mente: ma è possibile che un uomo, così immerso nel silenzio, nella solitudine infinita, con la sua bontà d’animo, non diventerà, un giorno, un poeta, o un pittore, uno scrittore, un artista?
Oggi alla fine del viale c’è una curva a gomito, quella casa, quel terreno, che si trasformavano in continuazione, giorno per giorno, oggi è la casa del poeta dialettale Saverio Macrì.