di Gianluca Albanese
CAULONIA – Caulonia non vuole la centrale idroelettrica nella fiumara Allaro. Lo ha anticipato ieri in Consiglio il sindaco Ninni Riccio, comunicando altresì l’avvenuto invio in Regione di un telegramma col quale ha espresso la propria contrarietà all’idea e sarà l’intero consiglio comunale a deliberare ufficialmente nella prossima seduta.
E’ lo stesso primo cittadino a riepilogare a Lente Locale le fasi salienti di un iter che è appena agli inizi. «Nei mesi scorsi – ha detto Riccio – ci era pervenuta dalla Regione l’ordinanza di avvio istruttoria per la realizzazione della centrale idroelettrica e, stando alle scadenze previste, abbiamo dovuto dare seguito alla pubblicazione sull’albo pretorio. La nostra esigenza immediata – ha proseguito il primo cittadino – era stata quella di chiedere subito e via fax alla Regione la documentazione contenente anzitutto il progetto, al fine di poterne discutere in Consiglio. Purtroppo, nonostante i parecchi giorni trascorsi, il progetto non è arrivato; anzi, abbiamo pure ricevuto la visita di un funzionario della Regione, giunto a Caulonia per compiere un sopralluogo. Stante la situazione, abbiamo pensato subito di mandare un telegramma in Regione per comunicare che la giunta comunale è contraria all’idea ed è nostra intenzione ridiscuterne in Consiglio in modo da arrivare a esprimere ufficialmente una delibera da parte dell’intero civico consesso. Per fare questo – ha concluso Riccio – occorre poter fare le proprie valutazioni col progetto in mano e ho già preannunciato che un nostro incaricato in settimana andrà in Regione a ritirare il progetto in modo da poterne discutere e deliberare nella prossima seduta consiliare».
Fin qui Ninni Riccio. Il dibattito in paese sull’inopportunità di realizzare un’opera che gli abitanti della zona e i tanti appassionati di torrentismo che, specie d’estate, risalgono la fiumara tra acque cristalline e rocce da scalare (fino a nuotare in alcuni punti controcorrente), è avviato da tempo.
Un importante contributo è quello pubblicato su Facebook dal gruppo “Caulonia nel pensiero dei cauloniesi”, che nei giorni scorsi ha pubblicato questa dura analisi che vale la pena riportare in questa sede.
«Tutto è avvolto nel mistero in cui gatta ci cova. Non chiedeteci le prove, ma abbiamo la sensazione che la lobby della centrale è già in movimento e farebbero bene gli inquirenti e l’informazione ad accendere i riflettori. Forse siamo idealisti, ma non ingenui. La posta in gioco è alta (13 milioni di euro di investimento e 3 milioni di ricavi annui derivanti dalla produzione elettrica a regime) e gli interessi possono ramificare in tutti i gangli istituzionali e nei meandri asfittici dell’illegalità. Prassi fin troppo usata, abusata, sono tanti i film già visti in Calabria e in Italia. Questo ci dice che la battaglia in difesa dell’ambiente non sarà facile e richiederà una sensibilizzazione diffusa.
Nonostante tutto, abbiamo il dovere di provare a ragionare e a farci delle domande. Il punto di captazione delle acque dell’Allaro è previsto all’altezza di Ragonà, frazione del comune di Nardodipace. La derivazione sarà di 4.400 litri al secondo a regime massimo. Per avere una idea plastica è come riempire in un istante un contenitore che abbia un volume di 4,4 metri cubi. L’opera di ingegneria idraulica conduttrice sarà di notevoli dimensioni e si allungherà per svariati chilometri per compiere un salto di 275 metri e raggiungere il ventre della montagna adiacente le “cascate” dove saranno collocate le turbine.
Ma quale è la portata globale in quel punto nelle diverse stagioni? Quale studio pubblico e disinteressato sull’ecosistema del tratto in questione si è compiuto per valutare l’impatto sulla la flora e la fauna. Quale è il deflusso minimo vitale atto a garantire l’integrità dell’ambiente? Quali potranno essere gli effetti sul sistema d’irrigazione delle colture preesistenti? Quali sul trasporto a valle dei detriti per conservare l’alveo della fiumara e non intaccare il ripascimento naturale della spiaggia, unico oppositore all’erosione in atto della costa? Quali garanzie avremo affinché l’interesse privato, improntato al massimo profitto, non prevarrà su quello pubblico?
In indefiniti millenni l’acqua ha vinto la dura roccia, ha scavato gole profonde, modellato salti fragorosi e l’incavo di pozze ampie dove acquetarsi e concedersi il tempo breve di una pausa prima di riprendere la corsa incessante verso il mare. L’alveo è un solco sinuoso ornato da due filari di sculture imponenti; affonda in una catena ininterrotta di monoliti da cui si ergono ripidi i versanti della montagna con il folto dei lecci, delle eriche, delle querce, delle felci. E’ il regno incontrastato dei cinghiali, delle melogne, dei ghiri, delle serpi, delle trote, degli uccelli migratori e stanziali. E’ disseminato da anfratti, falesie di roccia friabile e dirupi compatti, vorticosi. Smarrisce lo sguardo e la mente in una esile striscia di cielo. Più in alto, fluente, inaccessibile ed ermetica, si trova la mitica “gurna nigra”, la forra da cui l’acqua risale cristallina dalle viscere della terra, il luogo del fascino e delle paure ancestrali del subconscio popolare che lo Immaginò dimora di terrificanti chimere. I giovani cauloniesi, sannicolari, calatrioti di ogni generazione, come gli argonauti alla conquista del vello d’oro, si cimentarono in prove d’abilità e coraggio, inspirarono l’ebbrezza del pericolo e dell’incanto primigenio, trasformarono quel tempio eretto dalla natura alla bellezza primitiva e selvaggia in una mitica leggenda.
Scavare per chilometri e chilometri sotto la pelle spessa di massi enormi per costruire gallerie o condotte significa invadere, sventrare, usare mezzi meccanici, brillare mine, sottoporre tutto il tratto a possenti vibrazioni che ne comprometteranno il delicato assetto geologico. In un altro comune, in un’altra regione, in un altro Paese ci sarebbe stata gente impegnata a valorizzarlo, a farlo dichiarare patrimonio inviolabile dell’umanità».
Ma basteranno un telegramma della giunta e una delibera consiliare in cui si esprime la contrarietà alla realizzazione dell’opera per mettere una pietra tombale sull’idea? Al momento non ci sono certezze. Anzi. A precisa domanda di Lente Locale il sindaco Riccio ha risposto che «A breve si aprirà una conferenza dei servizi e a quel tavolo ci sarà, ovviamente, anche il Comune di Caulonia che ribadirà la propria contrarietà alla realizzazione dell’opera».