di Antonio Crinò*
Ho partecipato al “forum “ sul turismo tenutosi alcuni giorni fa a Locri.
Da sottolineare la rappresentativita’ dei convenuti : Regione, Enit, Parco d’Aspromonte, Assemblea dei Sindaci, Polo Museale, Albergatori, tutti seduti allo stesso tavolo a “lanciare” idee e progetti per il settore.
Alcune riflessioni vanno fatte, a cominciare dalla necessita’ di conoscere lo “stato dell’arte” per cercare di dare un contributo , grande o piccolo che sia, in modo da non trovarsi di fronte ad un’altra occasione perduta.
Tralasciando lo “ svarione”, il “peccato veniale” di non aver inserito nel filmato una delle eccellenze assolute del territorio: mi riferisco ai mosaici pavimentali della villa romana di Casignana, uno tra i siti piu’ importanti del Meridione d’Italia e che ormai richiama da molti anni un numero considerevole di visitatori, ritengo ci si debba soffermare su alcuni aspetti.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che da decenni si discute, si fanno convegni, spesso si rimpallano le responsabilita’ sul mancato decollo del turismo, ma non si fanno grandi passi avanti.
Il tempo sta per scadere, occorre essere pronti fin da subito ad intercettare le risorse esistenti , nazionali ed europei, o per lo meno a tentare di farlo.
La politica regionale deve fare la sua parte, deve legiferare ( pare sia quasi pronta una legge sui borghi) e programmare ascoltando i territori, ma deve far sì che la macchina burocratica non si inceppi, come spesso e’ accaduto e accade.
I Sindaci devono ragionare insieme, senza pensare a campanili o “forzature”, essendo del tutto evidente che ormai si deve ragionare in un’ottica di sviluppo integrato. Se vi sono delle eccellenze e nella Locride ce ne sono molte , occorre partire dalla loro valorizzazione e costruire attorno ad esse un percorso condiviso . E’ fondamentale capire quando si parla per esempio di turismo culturale che la valorizzazione da sola non basta, bisogna garantire la gestione dei beni , coinvolgendo tutte le figure preposte.
Condizione necessaria, certamente non sufficiente, ma assolutamente necessaria è la conoscenza del territorio e delle risorse , in modo da proporre finalmente progetti credibili .
Non ha molto senso , per esempio, realizzare tre musei sulle tradizioni contadine in dieci chilometri…se ne faccia uno e lo si faccia bene.
L’utilizzo delle nuove tecnologie ed il coinvolgimento dei giovani laureati ( se sono laureati delle universita’ calabresi ancora meglio) puo’ aiutare molto in questo.
Quello che non giova a nesuno è il piangersi addosso, non serve imputare il mancato decollo del turismo soltanto al gap infrastrutturale ; questo è vero solo in parte, anche se nessuno puo’ negare che le infrastrutture vadano migliorate.
Il gap da colmare è di tipo culturale, senza competenza non si va da nessuna parte, in questo settore non ci si improvvisa.
Occorre amare la nostra terra, malgrado le distorsioni e le contraddizioni evidenti.
I social ormai aiutano molto se ben utilizzati, la comunicazione è fondamentale e il giudizio che ne dava Umberto Eco non deve passare per buono quando si parla di valorizzazione e di turismo.
Qualche post sulle bellezze del territorio calabrese contribuisce in piccola parte a far conoscere i luoghi e magari puo’ anche stimolare un confronto sul tema di un turismo possibile.
Ma quando vai sul territorio e ti capita di visitare le vecchie miniere e i geositi di Agnana Calabra , le cascate di San Nicola e le chiese di Caulonia , Prestarona di Canolo con la sua chiesetta e le sue grotte, i paesi grecanici, i siti archeologici, le terme, le gole dell’Aspromonte, le spiagge di Palizzi e di Capo Bruzzano, il quasi abbandonato Ferruzzano, i castelli di Roccella, Ardore, Gerace, Stilo, Gioiosa, Placanica, Condojanni , quando fai un giro nei borghi , quando ti ricordi che a distanza di pochi chilometri sono nati scrittori del calibro di Corrado Alvaro, Francesco Perri, Mario La Cava, Saverio Strati, quando guardi le innumerevoli bellezze della Locride, l’enorme potenziale della nostra enogastronomia e dei prodotti agricoli di eccellenza , allora capisci che vale la pena crederci, ma nello stesso tempo ti incazzi.
Capisci che la nostra è una terra meravigliosa con potenzialità enormi e che nessun tipo di turismo ci sarebbe precluso, se lo accompagnassimo con idee e progetti seri .
Nello stesso tempo pero’ ti incazzi perche sai perfettamente che le poche iniziative di chi ama la propria terra e si da da fare per farla conoscere non bastano, cosi’ come non basta il notevole lavoro che fanno le Associazioni , gli escursionisti, gli amanti del Parco d’Aspromonte, ma non possono bastare nemmeno quei sindaci che ci mettono passione e voglia di fare.
Quello che serve è una sinergia vera tra tutti gli attori coinvolti, senza protagonismi , con la consapevolezza che un ‘inversione di rotta è ancora possibile, che occorre provarci tutti assieme, magari con qualche convegno in meno e qualche tavolo tematico in più, avendo ben chiaro che è rimasto poco tempo per provarci.
*: ingegnere
Bravo ing. Crinò, bell’articolo, hai detto bene, senza piangersi addosso, bisogna lavorare sinteticamente tutti assieme, senza protagonismo e campanilismo… Abbiamo risorse è potenzialità enormi che dobbiamo finalmente saper usare…Svegliamoci e rimbocchiamoci le maniche per far risorgere questa meravigliosa terra.