R. & P.
«L’Assessore Roccisano non perda altro tempo e lavori affinché venga sbloccata la corresponsione delle spettanze mensili ai tirocinanti soggetti a mobilità in deroga che, ormai da tre mesi, prestano il loro servizio negli enti comunali che hanno aderito al bando della Regione Calabria del febbraio scorso».
È quanto afferma il deputato M5s Paolo Parentela, che sul tema ha inviato una lettera ai vertici regionali e depositato un’interrogazione parlamentare rivolta ai Ministri del Lavoro e della Semplificazione.
«I tirocinanti – spiega il parlamentare – sono stati inseriti in un bando promosso dalla Regione Calabria teso al reinserimento nel mondo del lavoro di calabresi disoccupati e percettori di ammortizzatori sociali. Il fine del bando non era solo il reinserimento sociale dei lavoratori, ma soprattutto quello di coprire le carenze di organico di cui soffrono parecchie amministrazioni comunali. Il dramma, però, è che i tirocinanti non stanno ricevendo le 800 euro mensili che dovrebbe corrispondere Inps».
Il Cinque Stelle continua: «I Comuni che hanno aderito al bando non possono anticipare le spettanze mensili dovute da Inps. È un ritardo vergognoso, con un rimpallo di responsabilità già in atto tra il Ministro Poletti, Regione Calabria e la stessa Inps, che afferma di avere il denaro pronto ad essere erogato ma fermo a causa di ritardi burocratici della Regione Calabria. Nessuno sembra volersi assumere la responsabilità di questo blocco, che continua a penalizzare le famiglie dei tirocinanti spesso costrette a tirare a campare con le 800 euro mensili garantite dal bando».
«È assurdo – conclude Parentela – che famiglie in difficoltà non ricevano le spettanze dovute nonostante stiano prestando un servizio essenziale al funzionamento degli enti pubblici. Lo è ancora di più se si pensa che, proprio in questi giorni, le forze di maggioranza stanno affossando al Senato la proposta di legge per l’abolizione dei vitalizi. In sostanza, mentre i politici si tengono strette i loro assurdi privilegi, i cittadini faticano ad avere il minimo necessario per condurre una vita dignitosa».